Redazione di Operai Contro,
dal 2008 i padroni ci comunicano che il mese dopo la crisi finirà.
Ora siamo nel 2015 e gli stregoni della confindustria tornano con le loro speranze.
“Minore prezzo del petrolio, euro più debole e calo dei tassi a lunga” scadenza legato alle misure di Quantitative Easing della Bce, “assieme al più vivace commercio mondiale, tendono ad alzare il Pil del 2,1% quest’anno e di un altro 2,5% il prossimo”. Così il Centro studi di Confindustria sull’economia italiana.
Questa è la stessa stronzata che ripetono dal 2008.
Intanto gli operai vengono licenziati e per chi resta in fabbrica i loro salari vengono ridotti.
Non poteva mancare il colpo di lingua al culo di Renzi:
“Il secondo fattore sono le politiche più orientate alla crescita, che daranno maggiore sostegno all’occupazione e agli investimenti, grazie anche alla flessibilità conquistata a Bruxelles. Il terzo fattore sono gli indicatori congiunturali che segnalano la stabilizzazione della domanda interna e della produzione, offrendo una buona base di ripartenza; in altre parole, non occorre più arrestare la retromarcia prima di ricominciare ad avanzare. Senza considerare Expo, che darà un apporto non marginale”.
Ciò che noi operai vediamo è il regalo di soldi alle banche e ai padroni
Un operaio di Torino
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