Redazione,
abbiamo scioperato in cinque della FIOM
Gli altri sindacati al servizio della FIAT cantano vittoria
Vittoria di chi? Della FIAT?
Intanto 2000 operai restano fuori dalla FIAT di Pomigliano
Per noi che abbiamo avuto la sfortuna di restare in produzione, salari da fame
Per oltre 2000 ancora più salari da fame
I sindacalisti del padrone cantino pochi
Occorre tentare di ribellarsi. Un giorno ci riusciremo i servi della FIAT smetteranno di cantare
Un operaio della FIOM
dal corriere
Lo sciopero negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco di Fiat Chrysler Automobiles, indetto dalla Fiom, ha registrato cinque adesioni su 1478 lavoratori e scatenato le polemiche tra i sindacati. «Tanto rumore per nulla: allo sciopero indetto dalla Fiom hanno aderito solo cinque lavoratori appartenenti ai metalmeccanici della Cgil», attacca Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania, sostenendo che allo sciopero indetto dalle tute blu della Cgil per il primo dei tre sabati di straordinario nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco. «Eravamo convinti – ha aggiunto Sgambati – che i lavoratori avrebbero risposto positivamente alla richiesta di lavoro straordinario. Così come avevano fatto l’anno scorso, in occasione di altri sabati di produzione, e con tensioni molto più forti, quando gli operai non si erano lasciati intimidire. Questa è la dimostrazione che il Vico vuole continuare a fare auto di qualità e nei tempi previsti, come è stato consolidato negli ultimi due anni con il riconoscimento della medaglia oro nel Wcm. È il miglior viatico per poter richiedere produzioni aggiuntive che possano permettere la saturazione dello stabilimento, con il rientro di tutti».
La replica delle tute blu
«La nostra iniziativa serviva soprattutto a evidenziare che se a Pomigliano non ci impegniamo tutti, ci saranno sempre delle difficoltà per il rientro di chi è in solidarietà», ha detto il responsabile del settore automotive per la Fiom di Napoli, Francesco Percuoco, commentando le mancate adesioni allo sciopero proclamato per sabato, in occasione del primo dei tre sabato di straordinario, nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco. «Noi volevamo evidenziare – ha proseguito – ha che a Pomigliano, dove gli altri avevano detto sarebbero rientrati tutti entro il 2013, ci sono, ad oggi, ancora circa duemila lavoratori fuori dal ciclo produttivo. Se non ci impegniamo tutti insieme per portare una nuova produzione, è evidente che le difficoltà permarranno».
Le critiche della Film Cisl
Per il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, «dopo gli scioperi indetti da Fiom nelle altre fabbriche del Gruppo Fca: Sevel, Melfi, Vm, oggi (sabato, ndr) Pomigliano. E come è avvenuto in tutti gli altri stabilimenti le percentuali di adesioni all’iniziativa Fiom sono fallimentari, prossime allo zero. Sta ripartendo timidamente il lavoro e riparte una conflittualità senza senso, senza alcun obiettivo sindacale in una logica puramente di testimonianza politica. Mi chiedo se può, un sindacato continuare a non considerare nelle sue scelte né la situazione di crisi, né il consenso e la partecipazione dei lavoratori – conclude Uliano – trasformandosi in una sorta di centro sociale? Credo che nessun sindacato, possa permettersi questi errori e leggerezze, in particolare in questo drammatico contesto economico».
La posizione della Fismic
«Un grande errore»: così definisce la dichiarazione di sciopero da parte della Fiom il segretario generale della Fismic Campania, Felice Mercogliano: «Gli operai hanno dimostrato con la loro massiccia presenza al lavoro che non vogliono seguire la strada che i metalmeccanici della Cgil continuano a percorrere continuando a sbagliare». «Abbiamo avuto una commessa di tremila vetture – ha aggiunto Mercogliano – che ha consentito di annullare la giornata di cassa integrazione del 23 febbraio, e di onorare gli ordini con i tre sabato di straordinari. È chiaro che se l’aumento delle vendite sarà strutturale, come ci auguriamo, chiederemo all’azienda di utilizzare altri strumenti per far fronte agli aumenti di produzione».
A Pomigliano su 1478 schiavi 5 operai hanno scioperato, a Melfi su 1719 schiavi 14 operai hanno scioperato. Schiavi… la cosa peggiore per uno schiavo è essere consapevole della propria schiavitù e non fare niente per liberarsi da essa, mettersi contro altri schiavi che la FIAT da anni tiene fuori dalla fabbrica in CIG e accettare di fare degli straordinari sa di vigliaccheria. Non faccio appello a istituzioni tipo INPS o magistratura chiedendo di intervenire perchè la FIAT sta commettendo un reato, utilizza soldi pubblici per tenere fuori dalla fabbrica degli operai e quelli che ritiene che possono entrare in fabbrica li tratta peggio degli schiavi: minacce, ricatti, ritmi insostenibili, occultare gli infortuni, salari da fame sono la normalità oggi nelle fabbriche soprattutto in quelle Fiat, e si accetta tutto questo per un salario da fame, con 30 anni di anzianità un terzo livello prende circa 1250 euro; i nuovi assunti e i precari non arrivano ai 900 euro, che vergogna! Solo creando un rapporto di forza come operai possiamo liberarci dalla schiavitù del lavoro salariato, dai PADRONI e dai loro LACCHE’. Solo gli operai quando tornano a casa possono guardare negli occhi la moglie e i figli ed essere orgogliosi di quello che hanno fatto, anche oggi mi sono ribellato alla schiavitù e ho lottato per un futuro migliore per me e per mio figlio; gli schiavi devono abbassare gli occhi perchè con il misero salario riescono a fatica a sfamare la famiglia, e ai figli devono dire “non posso farti studiare, non ho i soldi”. Le condizioni che si vivono nelle fabbriche le conosciamo: chi si ribella viene licenziato, è successo a Pomigliano, a Melfi e alla FIAT CNH di Modena; e tutto questo grazie ai lacchè del sindacato, come Annamaria Furlan segretaria generale della Cisl, Ferdinando Uliano segretario nazionale della FIM CISL, Giovanni Sgambati segretario generale UILM Campania, Felice Mercogliano FISMIC Campania. I mass-media borghesi hanno riportato i commenti dei lacchè del sindacato, i quali commentano con enfasi il vostro comportamento di schiavi consenziente. La FIOM e il parolaio Landini non possono pretendere che gli operai rispondano all’ appello di lottare senza che questa lotta venga organizzata in fabbrica e coinvolga gli operai in CIG. Operai, la crisi della dittatura economica capitalista non è alla fine, come vogliono farci credere! la crisi sta imboccando la stessa strada delle crisi storiche del passato e cioè la GUERRA. SOLO ORGANIZZATI IN MODO INDIPENDENTE COME OPERAI POSSIAMO IMPEDIRE UN NUOVO MASSACRO CHE I PADRONI SI APPRESTANO A FARE. DIAMO UNA PROSPETTIVA ORGANIZZATA AGLI SCHIAVI, COSTRUIAMO IL PARTITO OPERAIO.