Egregio Direttore, invio integralmente dal sito della Confartigianato: “professionefinanza.com”, gli studi che i padroni fanno sulla convenienza di assumere dipendenti per usufruire degli sgravi e poi licenziarli. Con il Jobs Act Renzi regala ai padroni il pizzo sulle assunzioni, tanto ai licenziamenti non c’è più limite.
Saluti Bruno Casca.
Se, come dicono in tanti, la scelta di assumere o licenziare dipende innanzitutto dal mercato e dalle commesse e che nessuno aumenta l’organico perché c’è una nuova legge, è pur vero che qualche imprenditore potrebbe avere la tentazione di effettuare quello che in gergo si chiama il “ricambio del sangue”, sostituendo i lavoratori con contratti più onerosi con i nuovi contratti a tutele crescenti. Parliamo della possibilità di avere contributi Inps azzerati per 3 anni ed un taglio del costo del lavoro che può arrivare a superare il 50% in caso di cumulo del bonus previsto dalla legge di Stabilità 2015 con altri incentivi per l’assunzione.
Partiamo con una simulazione.
Azienda con 15 dipendenti ed un lavoratore assunto oggi e licenziato fra 1 anno:
– Reddito annuo (imponibile fiscale) = euro 25.000
– Reddito mensile = euro 1.923
– Sgravi contributivi annui = euro 7.875
– Benefici taglio IRAP = euro 1.278
– Totale benefici azienda = euro 9.153
– Indennizzo licenziamento (2 mensilità) = euro 3.846
– Ticket licenziamento (Fornero) = euro 490
– Totale aggrazi azienda = euro 4.336
– Beneficio netto azienda = euro 4.817
Le nuove regole sui licenziamenti si applicheranno, infine, anche nei casi in cui una piccola impresa supererà i 15 dipendenti nell’unità produttiva (o i 60 su scala nazionale) a seguito di nuove assunzioni. In questo caso, entreranno nell’area del contratto a tutele crescenti non solo i nuovi assunti , ma anche il personale già in forza a tempo indeterminato. Non si applicheranno però gli incentivi contributivi, trattandosi di rapporti che sono già stabili.
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