Caro operai Contro,
la frana che ha travolto il pilone era in movimento dal 2005. Le istituzioni e gli organismi preposti non hanno fatto niente. Poteva essere una disgrazia con centinaia di morti, se si pensa che nel crollo potevano precipitare auto, autobus, camion e altri veicoli. In 10 anni nessuno è intervenuto perché nessuno è chiamato a rispondere, o meglio istituzioni e organismi preposti sono già assolti in partenza: la colpa è della frana che si muove da 10 anni! Che ci vuoi fare contro la forza della natura!!!
Ora sono tutti di nuovo pronti a spartirsi la torta degli appalti e sub appalti, con mazzette, “compensi” e tangentificio incorporato. I finanziamenti che saranno stanziati finiranno a metà dei lavori (a metà se va bene), poi ci saranno altri finanziamenti, e in tanti si fregano le mani preparandosi a rimpinguare il portafogli, e, come successo per il terremoto a L’Aquila, esultano.
Saluti da un lettore. Vi spedisco un articolo del Fatto quotidiano
Palermo-Catania, cede pilone in autostrada. La Sicilia divisa a metà
Nuovo incidente sulle strade siciliane. A causa di una frana, la struttura si è inclinata. Protestano i sindaci: “Situazione già nota da tempo”
Un pilone ha ceduto sulla A19 Palermo-Catania, investito da una frana in movimento dal 2005 sulla strada provinciale Scillate-Caltavuturo che costeggia l’autostrada. Il materiale si è mosso a causa delle forti piogge, investendo il pilone che si è spezzato alla base e, inclinandosi, ha fatto appoggiare la carreggiata da esso sostenuta su quella accanto, dove circolano i veicoli dell’opposto senso di marcia. L’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo ha chiesto lo stato di emergenza e il governatore Rosario Crocetta ha chiesto l’intervento dell’esercito. Protestano i sindaci: “La situazione è gravissima – ha detto il primo cittadino di Castellana Sicura – ma si sapeva da tempo, in questi anni si è semplicemente incancrenita”.
Il cedimento del pilone sull’autostrada A19 Palermo-Catania è l’ultimo tassello di un mosaico di crolli che hanno coinvolto negli ultimi due anni le strade siciliane. Un elenco che si apre con il crollo di una porzione del viadotto Verdura il 2 febbraio 2013, lungo la statale 115 che collega Agrigento con Sciacca, in territorio di Ribera. Il ponte, allora, si squarciò a metà. In quell’occasione non si registrarono feriti solo perché qualche ora prima un’automobilista aveva segnalato un avvallamento e il ponte, in via precauzionale, era stato chiuso al traffico dalla polizia stradale. Anche il 7 luglio in contrada Petrulla, in territorio di Licata (Ag), sulla statale 626 che collega Campobello di Licata, Ravanusa, Canicattì fu sfiorata la tragedia: le carreggiate di un ponte si piegarono verso il basso a causa di un cedimento strutturale, toccando il fondo da un’altezza di quattro metri . Il collassamento del viadotto provocò due incidenti che coinvolsero tre automobili: quattro i feriti lievi, tra i quali una donna incinta.
L’Anas istituì una commissione d’indagine: la causa del crollo fu imputabile ad una rottura delle travi in cemento armato precompresso che sostenevano l’impalcato. Ma il caso più emblematico e che ha suscitato maggiore clamore è quello del viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento, inaugurato alla vigilia di Natale scorso e crollato dopo appena una settimana. Una vicenda che scatenò la reazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi e sul quale è in corso un’inchiesta della procura. A febbraio un altro cedimento del manto stradale a poca distanza dal viadotto.
Sulla situazione dell’autostrada Palermo-Catania sarà presentata al Senato un’interrogazione da parte del senatore ex M5S Francesco Campanella. “La Sicilia non può più essere lasciata sola”, ha detto invece Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama. “Ora basta, abbiamo un gap infrastrutturale vecchio ormai di 50 anni. Le ferrovie sono inesistenti, la manutenzione delle strade è evanescente, l’autostrada crolla a pezzi“. Forti critiche provengono anche da Erasmo Palazzotto, deputato di Sel, che attacca le “scelte scellerate” di Regione e Stato: “È solo l’ultimo episodio che descrive la condizione drammatica della rete stradale e autostradale dell’isola. Mi chiedo se si stia aspettando di contare vittime prima di intervenire”.
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