Redazione di Operai Contro,
Ieri come oggi i responsabili delle stragi sono i padroni: nel 1891, per sfuggire alla miseria Siciliani, Campani, Abruzzesi, Calabresi, Lucani, emigravano in America, dove venivano trattati peggio delle bestie, tenuti in quarantena, ammassati nelle gabbie e spruzzati con il velenosissimo DDT, molti venivano rispediti indietro. Dopo l’unità D’Italia fatta da quei delinquenti dei Savoia, con i massoni Mazzini e Garibaldi, degni compari dei Savoia, spalleggiati dalla massoneria Inglese, le condizioni di vita della popolazione meridionale, certamente non buone sotto i Borboni, peggiorarono ulteriormente. Nel 1891, partì dal porto di Trieste la nave Utopia, battente bandiera Inglese, approdo’ a Napoli e Palermo, dove carico’ circa 813 persone, molte donne e bambini, con condizioni sanitarie e igieniche disastrose. Il 17 marzo del 1891 nella baia di Gibilterra, con il mare mosso la nave urto’ una fregata Inglese e affondo’, ci furono circa 576 morti, molti di questi morti non avevano mai visto il mare e non sapevano nuotare. Le compagnie di navigazione, soprattutto quelle Inglesi, approfittando della disperazione di queste persone imbarcavano più gente che potevano. La notizia di questa tragedia fu riportata su un piccolo trafiletto dai giornali dell’epoca, la Gazzetta ufficiale parlò solo dei sopravvissuti senza mai nominare i morti. Oggi assistiamo all’ipocrisia dei politicanti che si rammaricano dei troppi morti provocati da scafisti senza scrupoli. Persone che scappano dalla miseria e dalle guerre provocate dai padroni dei paesi ricchi, che per approprirsi delle materie prime, finanziano e armano dittatori e provocano le guerre; chi sopravvive alle stragi quotidiane viene rinchiuso nei lager allestiti nei paesi cosiddetti democratici, i più fortunati lavorano per 2 – 3 euro all’ ora nei campi o sui cantieri e se qualcuno si ribella viene massacrato di botte; chi subisce un infortunio non viene portato in ospedale e chi muore viene abbandonato lunga la strada e gettato in un fosso. Leghisti e fascisti ci vogliono far credere che questi nostri fratelli ci rubano il lavoro. Operai: non cadiamo nella trappola di chi vuole coinvolgerci in una guerra fra poveri. Le condizioni di miseria in cui viviamo non sono causate dagli immigrati ma dai nostri sfruttatori che non si fanno scrupoli a buttarci in miseria con licenziamenti di massa e salari da fame. I padroni, se non raggiungono il grado di profitto da loro stabilito, ci considerano come una qualsiasi merce e ci buttano in miseria. Operai: a tutta questa barbarie solo gli operai organizzati in modo indipendente possono mettere fine. Costruiamo il PARTITO OPERAIO, l’unico strumento che ci fa liberare dalla schiavitù del lavoro salariato; altre strutture tipo i sindacati, anche quelli più agguerriti, al massimo vendono le nostre braccia per qualche centesimo in più.
IL 1° MAGGIO, PER CELEBRARLO DA OPERAIO NON ANDREI A CONCERTI E CONCERTINI, MA DAVANTI A QUELLE FABBRICHE CHE LOTTANO CONTRO I LICENZIAMENTI, O A QUELLE CON GLI OPERAI IN CIG. UNIAMOCI E POI VEDREMO COME FINISCE LA GUERRA TRA SFRUTTATI E SFRUTTATORI….
A L
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