Redazione di Operai Contro,
la multinazionale della grande distribuzione Auchan è già riuscita a licenziare nel Napoletano 75 addetti.
Tagli messi a segno nei suoi due ipermercati più “vecchi” della Campania: a Mugnano, periferia nord occidentale di Napoli, e a Pompei, costa meridionale del golfo.
Si tratta degli impianti ex Città Mercato, dove gli organici godono di condizioni contrattuali e salariali risalenti a trent’anni fa e quindi un po’ più accettabili di quelle scaturite dai contratti recenti, davvero vessatori, soprattutto sotto il profilo salariale.
I tagli appena attuati (45 a Pompei e 30 a Mugnano) sono stati comunque concretizzati senza colpo ferire.
In pratica i sindacalisti hanno fatto accettare l’autolicenziamento
Ti invio un articolo del mattino di Napoli
Un lavoratore
Gli addetti che sono andati via hanno infatti firmato la mobilità incentivata. E si tratta di incentivi tutto sommato cospicui visto che i lavoratori a tempo pieno estromessi dagli organici hanno percepito 30mila euro mentre quelli a tempo parziale di euro ne hanno presi 20mila. Danaro a cui si deve ovviamente aggiungere la liquidazione. «Non è comunque bello sentirsi costretti ad andare via – spiega Francesca, una dipendente dell’ipermercato di Pompei – però con un gruzzoletto in tasca magari possiamo tentare la fortuna altrove. Ma la situazione economica italiana, e napoletana in particolare, resta gravissima: è un rischio enorme licenziarsi». Gli esuberi annunciati nei cinque ipermercati campani ammontano a circa 300.
La maggior parte (170) sono da concretizzare proprio negli iper di Mugnano e Pompei. Il resto sono da ripartire tra quelli di Nola, Napoli-via Argine e Giugliano, dove si sta resistendo grazie ai contratti di solidarietà. Ma, oltre al rischio dei licenziamenti collettivi, sull’intero comparto incombe la disdetta unilaterale dell’azienda (operativa dal primo luglio prossimo) del contratto di secondo livello, il cosiddetto “integrativo”. Disdetta che darà la possibilità a Auchan di tagliare dal costo del lavoro 50 milioni di euro all’anno. Questo vuol dire che i dipendenti si vedranno ridotti i salari, già magri, mediamente del 30%. Previsti tagli anche all’istituto della malattia, la cui copertura aziendale del 20% dovrà sparire. «La ricetta è sempre la stessa – lamentano i sindacati nei vari comunicati che annunciano lo sciopero in Auchan – i costi della crisi devono essere pagati dal personale dipendente, soprattutto da quelli di categoria più bassa».
Dal canto suo Antonio Napoletano, segretario regionale della Uiltucs, commenta la situazione senza dare la sensazione di uno strappo netto nelle relazioni sindacali. «Ribadiamo la nostra massima disponibilità ad aprire un confronto – spiega Napoletano – ma come organizzazione sindacale non possiamo accettare passivamente fatti unilaterali che vanno a incidere oltre che sui diritti storici anche sulla retribuzione di fatto. I soli lavoratori non possono pagare una crisi che non è a loro ascrivibile». Oltre allo sciopero del 9 maggio programmato in tutto il comparto nazionale del colosso francese i sindacati organizzeranno nella varie regioni un’altra giornata di astensione, le cui date non sono state ancora stabilite. Crescono dunque la paura dei licenziamenti e le contestazioni nel tentativo di mantenere il proprio posti di lavoro senza dover allungare la lunga lista dei disoccupati in Campania.
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