Intervista a un gruppo di operai al presidio davanti allo stabilimento Alenia di Capodichino.
- Ci spiegate sinteticamente cosa sta avvenendo nella vostra fabbrica e quali sono i motivi che vi spingono al presidio?
- “La cessione dell’Alenia di Capodichino alla Atitech di Lettieri è la ripetizione di scenari ormai consueti nel mondo dell’imprenditoria italiana. Finmeccanica smembra un altro comparto strategico per arricchire un padrone privato a scapito degli operai”. “Renzi e Padoan e il loro governo si riempiono la bocca di “ripresa dell’Italia” nel mondo e di autonomia rispetto alla troika e all’FMI, ma in realtà applicano in modo servile le direttive della Lagarde”. “Privatizzazioni per battere cassa svendendo i gioielli dell’industria controllata dallo stato. Per arricchire i padroni privati, i banchieri e fare soldi per continuare a far fare la bella vita ai servi della politica, si stanno svendendo tutto. Chi ne paga le conseguenze nell’immediato sono gli operai”.
“Noi operai dell’Alenia di Capodichino denunciamo che l’operazione della cessione dello stabilimento ad Atitech è uno smembramento che serve a mascherare la liquidazione di centinaia di operai che saranno inglobati in una NewCo srl con prospettive lavorative di massimo due anni su commesse, tra l’altro, di Alenia, e per il futuro, solo promesse fumose con una clausola truffa per cui se le cose non funzioneranno, dovrebbe essere l’Alenia a farsi carico di eventuali problemi occupazionali. Ma come? Proponendoci forse l’inserimento in qualche stabilimento del Nord o facendoci transitare in qualche fabbrica dell’indotto, con nuove e peggiori condizioni contrattuali?”.
“Con l’eliminazione dell’ Alenia di Capodichino, il polo aereonautico campano perderà, inoltre, l’unico campo di volo che aveva mettendo in discussione il futuro anche degli stabilimenti Alenia di Nola e Pomigliano”.
“Noi operai Alenia non siamo d’accordo sull’operazione non perché “nutriamo un’antipatia nei confronti di Lettieri” che per noi è un padrone come gli altri. Non siamo d’accordo perché vediamo palesemente che essa è una fregatura, un modo indolore per liberarsi degli esuberi”.
Gli stessi sindacati firma tutto, FIM UILM e UGL, si sono schierati contro l’accordo e il che è tutto dire.
La mobilitazione degli operai continua e nonostante la procedura di “cessione di ramo d’azienda” sia stata già formalizzata e resa esecutiva per i primi di giugno, non demordono. Continua il presidio a Capodichino per evitare che lavorazioni completate vengano fatte uscire dallo stabilimento e continuano con successo le mobilitazioni anche negli stabilimenti di Nola e Pomigliano.
Tutto questo sta rimettendo in discussione l’accordo già stipulato tra Alenia e Atitech.
Ora si cerca un compromesso coinvolgendo i sindacati.
Gli operai devono stare attenti e tenere gli occhi aperti, il tentativo sarà quello di dividerli, giocando sulla differenza di condizione tra chi è destinato alla NewCo e chi deve essere trasferito a Nola o a Pomigliano.
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