Redazione,
vi invio uno scritto che una bella critica dell’Italia di oggi
Un lettore
Dal fatto quotidiano
Copertina di Maurizio Crozza, che apre la nuova puntata di Dimartedì (La7), con un botta e risposta con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ospite in studio: “Mi scusi, ma lì a Roma chi è rimasto a piede libero ormai? Cazzo, se un turista quest’estate va a Roma, trova più coda a Regina Coeli che ai Musei Vaticani. Marino, si informi, Marino, si svegli quantomeno! Povera Roma. Non c’è più il Grande Raccordo Anulare, ma il Grande Accordo a Rubare“. Il comico si sofferma sugli interrogatori di Buzzi: “Per lui la corruzione era solo al 3%: stava forse dentro i parametri di Maastricht. Glielo chiedeva l’Europa. Il 3% poi forse è la stessa percentuale di questione morale rimasta nel Pd. Buzzi ha detto al magistrato: ‘Non registri, perché, se parlo, casca il governo’. Ma che minaccia è? Tanto il governo casca anche se parla Renzi, Orfini o la Bindi. Se invece parla Cuperlo, cascano prima i maroni. Se parla Toti, cascano i marò“. Crozza ironizza sulla gaffe di Toti (“Non ci danno indietro i nostri 3 marò”) e si immerge in una sua parodia con la voce dell’orso Yoghi. E’ il turno poi dell’imitazione di Roberto Maroni, a cui segue una menzione dellaCoalizione Sociale di Landini: “Cazzo, sembrava un raduno di Pensione Sociale. Mancavano solo Dalida, Shel Shapiro e il tenente Sheridan. C’era un clima così anni ’70 che nella prima mezz’ora hanno parlato solo di targe alterne e di braghe a zampa d’elefante”. Nel finale, Crozza parla del G7 a cui ha partecipato il premier in Baviera: “Vabbè, G7. Diciamo più G6 più Renzi. Al G7 hanno concordato tutti che come clima, fra i boschi, fa più fresco che in ufficio. Renzi, che è un ex boy scout, con Obama è riuscito ad accendere un fuoco senza nemmeno i legnetti: solo a forza di strofinargli i coglioni. Poi è corso a Roma per la direzione del Pd: da Obama a Fassina è come passare, in un attimo, da un orgasmo a u
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