Redazione,
Gli operai cominiciano a subire sulla propria pelle il “jobs act” e
devono già preoccuparsi di cosa i padroni studieranno nuovamente per
inasprire le leggi sullo sfruttamento.
Neanche la riforma del lavoro targata PD-LEGACOOP può dare la scossa
alla crisi sistemica ed alla caduta del saggio di profitto. La premiata
ditta Renzi-Poletti è incalzata dalla struttura borghese a continuare la
ricerca di un’efficace arma di distruzione della massa operaia.
Persino i servi dell’ISTAT, i primi a smegafonare i risultati dei
governi passando le veline da leggere e scrivere sui loro mezzi di
informazione, si devono arrendere all’evidenza e cercano di mettere una
pezza definendo gli ultimi come “dati provvisori”.
La disoccupazione a giugno cresce di altri 22.000 salariati, al 12,7%;
risulta occupato poco più della metà dell’esercito industriale, il
55,8%; una carneficina la disoccupazione giovanile (15-24 anni) al
44,2%, in pratica quasi uno su due senza lavoro.
In un anno da giugno 2014 a giugno 2015 i disoccupati sono aumentati di
85.000, +0,3%. Dovendo inventarsi qualcosa l’ISTAT non riesce a fare
niente di meglio che ripetere pedissequamente quello che dice Poletti:
aumentano le persone che riprendono a cercare lavoro, quindi da
“inattivi” passano a “disoccupati”.
Nel frattempo frena il calo di luce e gas (ovvero torna a crescere,
-1,0%, da -3,6% di giugno) ed aumentano i prezzi degli alimentari non
lavorati a +2,1%.
I padroni non hanno altre soluzioni per tentare di salvarsi che la
guerra, fatta combattere agli operai che diventano carne da cannone e
pedine per la costruzione di armi.
Gli operai non hanno altre soluzioni che la costruzione del Partito
degli Operai e la guerra ai padroni.
Saluti da Bologna, ML
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