Ecco cos’è oggi il lavoro salariato nel tempio delle cooperative. Saluti da Bologna
BOLOGNA – Poter verificare il tempo speso dagli operai in ogni singolo intervento di manutenzione e la qualità del lavoro svolto con un sistema di controllo “da remoto”, tramite I-Pad. Questa una delle caratteristiche del nuovo appalto “global edifici”, assegnato in via provvisoria ad un’associazione temporanea di imprese con il Ccc come capofila, a Bologna.
Quell’appalto che non piace a Cantone. L’assegnazione è stata al centro di molte polemiche: prima perché tra gli esecutori c’era la Cpl Concordia, impresa poi esclusa dal consorzio. Poi per un “blitz” delle forze dell’ordine in Comune che hanno acquisito la documentazione sul bando a Palazzo d’Accursio, per conto della Procura. Infine per i rilievi mossi da Raffaele Cantone dell’Autorità nazionale anticorruzione sull’affidamento della commessa da 157 milioni.
Controlli a distanza. Nelle pieghe dell’appalto tanto discusso c’è però anche questa nuova caratteristica. “Vogliamo pagare solo i lavori effettivamente fatti – ha spiegato l’assessore Riccardo Malagoli – e il Comune oggi non ha abbastanza personale da inviare ogni volta sul posto per verificare. Per questo un sistema “da remoto”, con interventi geolocalizzati grazie ai mezzi oggi a disposizione, ci fa molto comodo ed è tra le offerte migliorative che hanno portato all’assegnazione del bando”.
E gli “umarell” saranno contenti? È anche un modo per “spuntare” le armi dei fedeli “guardiani” dei cantieri, noti a Bologna anche come “umarell”, osservatori che di solito lamentano la lentezza dei lavori. “Con un sistema informatico si possono avere riscontri sulle attività – dice Malagoli – e quindi dati certi sull’avanzamento”.
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