Redazione di Operai Contro,
leggo sulla Gazzetta del Mezzogiorno la seguente notizia:
“La procura presso il Tribunale di Foggia ha istituito un pool composto da due magistrati per indagare sul caporalato in agricoltura, sulle connessioni tra caporali e criminalità mafiosa ( E I PADRONI? NDR) e sui reati ‘spià legati al fenomeno che affligge da tempo le campagne pugliesi come estorsioni, violenze ed esplosioni. Il pool, composto dai pm Dominga Petrilli e Francesco Diliso, è coordinato direttamente dal procuratore Leonardo Leone de Castris che ha a disposizione una trentina di uomini della polizia giudiziaria.”
Il procuratore Leonardo Leone de Castris non passeggia mai.
Se il procuratore la sera passeggiasse nella piazza della stazione di Foggia vedrebbe caporali, padroni e padroncini all’opera.
Caporali, padroni e padroncini sono all’opera per reclutare braccianti per le campagne.
Ma procuratore i padroni italiani hanno già varato la legge che rende legali il caporalato: “le Agenzie del lavoro”
Sono più di cento anni che mazzieri, caporali e padroni sono in azione
Solo oggi il procuratore si accorge dello sfuttamento dei braccianti agricoli?
Il procuratore cerca i caporal, ma lascia in pace i padroni
Un bracciante di Cerignola
E’ consuetudine prendersela sempre con l’ultimo anello del sistema, così non si mette in discussione il sistema stesso: si punta il dito sugli scafisti, come se l’emigrazione la provocassero loro e non chi affama i popoli o provoca le guerre, con chi smaltisce i rifiuti illeciti, non su chi produce e commisiona lo smaltimento…ecc. I padroni non compaiono mai come gli autori e gli artefici di tutti i disastri. Nella Terra dei Fuochi non vi è stato neanche un’imprenditore pentito per aver commissionato alla cammorra di smaltire rifiuti industriali pericolosi.
La lotta al caporalato è giusta e sacrosanta se è finalizzata al superamento del lavoro salariato, ma lo sfruttamento esistito ed esisterà anche senza i caporali. L’ho provato sulla mia pelle