Decine di migliaia di lavoratori del settore pubblico hanno manifestato sabato 3 ottobre a Montréal (Québec) per l’aumento dei salari.
A far scattare la mobilitazione è stata la proposta del presidente del Consiglio del Tesoro, Martin Coiteux, per il rinnovo del contratto nazionale: ha annunciato il congelamento dei salari per due anni e successivamente un aumento annuale dell’1% fino al 2019. I lavoratori chiedono invece una crescita del 13,5% nei prossimi tre anni.
Cinque sindacati del settore pubblico hanno dato vita ad una coalizione, denominata Common Front, contro le misure volute dal governo di Philippe Couillard. Ne fanno parte la Fédération des travailleurs et travailleuses du Québec (FTQ), il Syndicat de la fonction publique et parapublique du Québec (SFPQ), l’Alliance du personnel professionnel et technique de la santé et des services sociaux (APTS), e le grandi Centrale des syndicats du Québec (CSQ) e Confédération des syndicats nationaux (CSN), che da sole rappresentano circa 300 mila lavoratori per la maggior parte impiegati nell’assistenza sanitaria e nella scuola. CSQ e CSN hanno già ricevuto dalle assemblee forti mandati (dall’85 al 95% di voti favorevoli) per uno sciopero a rotazione di sei giorni, che può essere indetto in qualunque momento sia a livello regionale che provinciale. Anche altri sindacati si stanno mobilitando. Mercoledì scorso 34 mila aderenti alla FAE, la Fédération autonome des enseignants che rappresenta un terzo degli insegnanti in Quebec, molti dei quali dislocati nell’area di Montreal, hanno marciato fino a Victoria Square contro le misure imposte dal governo.
Daniel Boyer, il presidente della FTQ, ha dichiarato che i lavoratori dovrebbero intensificare le azioni di protesta di fronte al fallimento della trattativa. E ha annunciato una serie di iniziative dirompenti nei prossimi giorni.
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