Egregio Direttore,
“se avete fame mangiate vermi e insetti”. Questo il messaggio dell’Expo ai poveri e agli affamati. Expo doveva nutrire il pianeta, ma perfino la Caritas Internazionale e altre associazioni, si sono rifiutate di sottoscrivere la “Carta di Milano”, la pomposa “Magna Carta” che pretendeva di svelare il segreto per sfamare il pianeta. In realtà è il punto di vista del profitto, dei padroni, dei ricchi e i loro governi. Caritas per bocca del suo segretario generale Michele Roy ha fra l’altro dichiarato: “ Nella Carta di Milano non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del Nord, né di quelli che vivono nel Sud del pianeta”.
Già dieci giorni prima della chiusura, Renzi sbandierava 20 milioni di visitatori, senza dire però il corrispettivo degli euro incassati. Ad Expo chiuso i visitatori molto meno dei 21,5 milioni dichiarati, né Renzi né il commissario Sala diranno mai ufficialmente la reale somma dei soldi incassati dall’investitore, ossia dallo Stato, perché gran parte dei biglietti sono stati regalati o svenduti. Lo Stato ha investito per l’Expo non meno di 2.332 milioni di euro, di cui 1.300 per le costruzioni, 72 per le bonifiche del terreno, 960 per la gestione. Quanto ha recuperato lo Stato da questo investimento? Quanto ce lo farà pagare con i tagli alla spesa, in primis la sanità?
Scolaresche, gruppi di anziani, associazioni, collegi, parrocchie e comitive varie, hanno avuto i biglietti a 5 euro l’uno anziché 39, tanti altri hanno usufruito degli sconti combinati con il costo dei mezzi pubblici per arrivarci. Questo perché dopo le prime settimane, gli organizzatori dell’Expo hanno praticamente regalato il biglietto a pioggia, per arginare il grande flop che si preannunciava, di un esposizione che, a parte la novità intrinseca non aveva niente da esporre, se non tutto quello già conosciuto.
Si sono inventati “L’albero della vita”, ma si poteva vedere pienamente solo col buio, quindi la stragrande maggioranza dei visitatori ha visto solo la fredda struttura. La sera anche per via dell’ora legale, sono comunque relativamente pochi che hanno potuto vedere l’albero illuminato. Da ricordare che la sera i padiglioni chiudevano e ai visitatori non restavano che le salamelle da pagare salate.
Usando la metafora degli anticorpi, Cantone pretendeva di dare un colpo di spugna agli scandali legati all’Expo; il grande baraccone messo in piedi con soldi pubblici (farciti di tangenti e mazzette per politici e faccendieri) per ingrassare padroni e bottegai. La primavera scorsa, tanto era ghiotta l’abbuffata pubblica e privata, Renzi rifinanziò il baraccone Expo, i lavori erano molto arretrati, ma i soldi finiti e il mazzettificio languiva, mentre arrivavano le prime denunce e le manette.
L’Expo in quanto novità / curiosità ha attirato tanta gente, molto meno dei 20 milioni aspettati. Il successo avuto da alcuni padiglioni, conferma che non vi era alcuna innovazione da esporre; che l’Expo è stato un magna magna dei padroni e della loro politica per “nutrire il pianeta” di profitti. Prendiamo il visitatissimo padiglione del Giappone. Esponeva con maestria effetti, giochi di luci e suoni speciali, atmosfere e coreografie molto suggestive, ma si tratta di finzioni, appunto il trionfo della finzione. Saluti Ornella Vasca
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