“Tre navi da guerra italiane il 31 ottobre scorso hanno violato le acque territoriali libiche”.
La violazione sarebbe avvenuta vicino alla costa di Bengasi, a Daryana, circa 55 km a est della città.
Il ministero della Difesa italiano ha però smentito l’accaduto poche ore dopo: “La notizia diffusa è falsa. Tutte le navi militari italiane presenti nel Mediterraneo operano in acque internazionali rispettando i limiti stabiliti dai trattati”.
Il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali, ha detto che “l’aviazione libica il 31 ottobre in tarda serata ha fatto decollare i suoi caccia militari per monitorare l’attività delle navi da guerra italiane”. Il governo di Tobruk ha poi aggiunto che “non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi che gli consentano di proteggere le sue frontiere e la sua sovranità territoriale”. E ha poi invitato l’Italia “a rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e ha bollato “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall’Onu“.
Intanto il cimitero cattolico in Libia è stato devastato
Un lettore
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