DA LA sTAMPA
Il figlio del giudice antimafia sapeva che la sua laurea era una farsa «e non è giusto, perché gli altri sgobbano per prenderla e lui invece non ha faticato», diceva il 14 luglio al telefono la madre, Silvana Saguto. Perché Emanuele Caramma, detto Elio, non sapeva nemmeno il titolo del proprio elaborato ed ebbe difficoltà a riferirlo al professore che, secondo la Procura di Caltanissetta, gli aveva scritto tutto, Carmelo Provenzano. «L’ho copiato dal foglio che tu hai consegnato – disse il laureando al docente –. “I beni sottoposti ad amministrazione giudiziaria: bilanciamento fra tutela del mercato e garanzia della legalità”».
Le agevolazioni
A pensarci bene, oggi che la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, fino al mese scorso presieduta proprio dalla Saguto, costretta a dimettersi per via di uno scandalo che non ha eguali, in Sicilia, quel titolo appare beffardo: perché Provenzano era stato nominato amministratore giudiziario “di fatto” proprio dalla Saguto e si era dato da fare non poco per agevolare Elio Caramma, di mestiere chef e però laureato in Economia all’Università Kore di Enna. E agli atti dell’indagine condotta dalla Finanza, oltre alle prove che Provenzano aveva scritto la tesi, ci sono intercettazioni in cui si fa riferimento agli otto punti generosamente conferiti dalla commissione, sebbene il ragazzo si fosse “inceppato più volte” durante la discussione. E proprio il giorno dopo la proclamazione, uno dei membri della commissione, che lavorava a un’amministrazione giudiziaria, ricevette con un bonifico duemila euro, mentre un altro prof, che aveva fatto allusioni a queste “parcelle”, era oggetto del risentimento dello studente svogliato: «Forse a lui non diamo niente». Che cosa doveva essere dato, al professore?
Il rancore del figlio era condiviso dalla madre, pronta a prendersela con i figli di Paolo Borsellino: «Manfredi che si commuove… – diceva la Saguto – ma che minchia ti commuovi a 43 anni, per un padre che ti è morto 23 anni fa? Che figure fai?». E il riferimento era all’abbraccio tra Borsellino e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Le palle ci vogliono – diceva ancora la presidente – ma vaffanculo. Perché è uno squilibrato, Manfredi… lo è stato sempre, lo era pure quand’era piccolo… sua sorella è cretina precisa».
«Siamo senza parole, è solo cattiveria«, commentano i figli del giudice ucciso da Cosa nostra. «Frasi estrapolate dal contesto, nella stessa conversazione elogiavo Paolo», replica la Saguto. E sempre dal contesto viene fuori che la Saguto fece una festa a Villa Pajno, residenza privata istituzionale del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo. A che titolo?
Nella foto Silvana Saguto. È l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo
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