Caro Operai Contro,
l’incontro al ministero dello sviluppo economico ha confermato 394 esuberi nella sede Italcementi di Bergamo. La trattativa al ministero ha ruotato sulla cifra che dovrà accompagnare il licenziamento degli esuberi che sono per lo più impiegati. Dopo gli operai della cementeria di Calusco D’Adda (Bg), sostituiti in buon numero da quelli delle agenzie, ora il rullo compressore della concertazione, si prepara a “stirare” gli impiegati. Non potremo lottare per opporsi e resistere ai licenziamenti, finché non faremo i conti col sindacalismo ormai vdenduto totalmente ai padroni, per affermare con la lotta il sindacalismo operaio.
Ti mando un estratto da Bg Report. Saluti da un lettore
Un operaio
Italcementi, come chiedere soldi allo Stato per lasciarli in tasca a Pesenti
Bergamo – Il tavolo di trattative di ieri al Mise ha disposto quanto segue: ai 42 mila euro lordi previsti per ognuno dei 394 dipendenti in esubero, ne sono stati aggiunti 18 mila da destinare alla formazione e all’assunzione a tempo indeterminato, per un totale di 60 mila euro lordi. Circa 25 milioni di euro sono stati quindi stanziati per permettere un futuro ai lavoratori e alle lavoratrici di Italcementi che, senza un’inversione di rotta, si troveranno licenziati al termine del closing.
Ma di quale futuro si parla concretamente? Grazie alle nuove politiche lavorative del Jobs Act, i futuri ex dipendenti di Italcementi saranno assunti con un contratto a tutele crescenti, che andrà a sostituire il precedente indeterminato di cui godevano, scaraventandoli di colpo nel precariato.
Non meno importante risulta il ruolo istituzionale in questa situazione: Mise, Ministero del Lavoro, Comune e Provincia di Bergamo e Regione Lombardia si allineano di fatto alle volontà di Confindustria e di Pesenti. Il proprietario di Italcementi, infatti, con un transazione di oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro svende l’azienda, nonostante non risulti minimamente in rosso.
È inoltre recente la notizia di un eventuale affidamento a Pesenti, tramite Italmobiliare, della società Clessidra, una Sgr (società di gestione del risparmio) con due fondi separati che ammontano a circa due miliardi di euro. Insomma, ecco uno spaccato della situazione italiana: di fronte ai colossi industriali e finanziari, a imprenditori milionari che antepongono i propri introiti alla dignità, umana e lavorativa, dei dipendenti – veri protagonisti della “grandezza” aziendale -, la risposta istituzionale e confindustriale è un tacito consenso, accompagnato da trattative anestetizzanti di facciata.
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