MESSINA: LA DEMOCRAZIA DEI PADRONI

Redazione di Operai Contro, la democrazia dei padroni è molto semplice: politici + mafiosi. Questo non solo a Messina, ma in tutte le città d’Italia Spesso è impossibile distinguere tra mafiosi e politici e padroni Avete ragione per risolvere il problema occorre innalzare la ghigliottina nelle piazze Un vostro lettore   ANSA Sacchi della spesa, somme in denaro, assunzioni presso strutture sanitarie. A Messina le campagne elettorali per le regionali del 2012, per le amministrative e le politiche del 2013 sarebbero state condizionate da una compravendita di voti mediata dalle famiglie mafiose dei quartieri Camaro-San Paolo e Santa Lucia […]
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Redazione di Operai Contro,

la democrazia dei padroni è molto semplice: politici + mafiosi.

Questo non solo a Messina, ma in tutte le città d’Italia

Spesso è impossibile distinguere tra mafiosi e politici e padroni

Avete ragione per risolvere il problema occorre innalzare la ghigliottina nelle piazze

Un vostro lettore

 

ANSA
Sacchi della spesa, somme in denaro, assunzioni presso strutture sanitarie. A Messina le campagne elettorali per le regionali del 2012, per le amministrative e le politiche del 2013 sarebbero state condizionate da una compravendita di voti mediata dalle famiglie mafiose dei quartieri Camaro-San Paolo e Santa Lucia Sopra Contesse. Tra i 35 arrestati c’è anche un consigliere comunale, Paolo David, ex capogruppo Pd, fedelissimo di Francantonio Genovese ora transitato come il suo referente a Forza Italia. L’operazione che dalle prime luci dell’alba ha visto impegnati gli uomini della squadra mobile che stanno eseguendo gli ordini di custodia cautelare firmati dal gip Maria Teresa Arena su richiesta dei pm Liliana Todaro e Maria Pellegrino della Dda diretta da Guido Lo Forte.

Ventisei gli arrestati, nove ai domiciliari e quattro complessi aziendali sequestrati. L’indagine della polizia ha decapitato tre famiglie mafiose che controllavano in modo capillare i due quartieri e che, dopo anni di ostulità, avevano siglato una vera e propria pax mafiosa. Traffico di droga, estorsioni, ma anche condizionamento degli appalti e delle forniture erano controllati dai clan che avevano affidato ad alcuni loro esponenti i rapporti con la politica e con ambienti delle libere professioni e dell’imprenditoria.

Un intero capitolo è dedicato
ai rapporti con la politica. Il consigliere comunale in carica, già coinvolto nella Gettonopoli messinese, finito oggi in carcere è accusato di voto di scambio politico-mafioso. Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di un’organizzazione che avrebbe raccolto un elevato numero di voti contando su persone gravitanti negli ambienti della criminalità organizzata che avrebbero attivamente procurato voti anche per esponenti della politica regionale e nazionale

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