Caro Operai Contro,
tre mesi senza busta paga nella clinica La Quite di Varese. Il padrone, ovvero il gruppo Sant’Alessandro, proprietario della clinica, si è presentato solo la prima volta rispettando solo parzialmente gli impegni assunti davanti al Prefetto. Da un anno non si fa trovare, e ufficialmente, nessuna istiuzione riesce a scovarlo. Il sindaco dice che “la clinica è un’ eccellenza” ma l’ufficiale giudiziario si prodiga per lo sfratto e per mandare all’asta gli immobili. Il gestore non da alcuna spiegazione. I lavoratori venerdì 8 luglio hanno fatto un altro presidio. E’ chiaro che questi lavoratori sono bistrattati dal padrone con la complicità delle istituzioni. Siamo nella civiltà delle barbarie. La società in cui viviamo va cancellata dalla faccia della terra. Perciò condivido il Partito Operaio.
Saluti da Maccagno Va
Da un articolo della Prealpina del 9 luglio
Gli stipendi che non arrivano da tre mesi, la proprietà che sembra sparita, l’ufficiale giudiziario che ritorna a intervalli regolari per lo sfratto, l’asta degli immobili – prossimo appuntamento il 25 luglio – che è un grande punto interrogativo. Acque sempre agitate alla clinica La Quiete, davanti alla quale venerdì 8 c’è stato un nuovo presidio dei lavoratori organizzato dalla Funzione Pubblica Cgil Varese. Che ha trasmesso anche un ampio comunicato con il quale si fa il punto della difficile situazione.
«I lavoratori della Quiete, storico polo sanitario del capoluogo, da oltre un anno versano in condizioni sempre più critiche, con pagamenti dapprima a singhiozzo, poi sempre più radi – spiega il sindacato -. Il gestore dell’attività, non si premura in alcun modo di avvisare i dipendenti riguardo ai reiterati ritardi o alle motivazioni dei ritardati pagamenti, mostrando anzi un disinteresse sempre più marcato nei confronti dell’azienda e di chi vi presta servizio. Al momento attuale i dipendenti non percepiscono lo stipendio da tre mesi e non hanno ottenuto dal gruppo frusinate nessuna risposta, se non un silenzio oramai prolungato e a questo punto colpevole ed irrispettoso della dignità delle persone che rappresentano di fatto le unità produttive ed il volto dell’azienda stessa».
Nel corso dell’ultimo anno, falliti tutti i tentativi di contattare la proprietà, i dipendenti si sono rivolti al prefetto di Varese due volte in tre mesi, mentre «il gruppo Sant’Alessandro, proprietario della clinica, si è presentato solo la prima volta rispettando solo parzialmente gli impegni assunti davanti al prefetto, e la seconda volta non si è neanche presentato! Da quel momento nessuno del gruppo si è più presentato a Varese».
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