Redazione di Operai Contro,
Alla roulette della morte questa volta è toccato a 23 fra macchinisti e pendolari, morti nello scontro fra due treni fra Andria e Corato, in Puglia.
In Italia capita di morire così, quando meno te lo aspetti. Oggi, in Puglia, in una bella giornata di sole, su due treni che correvano sullo stesso binario unico. Ieri e l’altro ieri, altrove, altri poveracci sono morti affogati per un’alluvione, travolti da una frana, sepolti da una casa o una scuola o un collegio universitario, comunque mal costruiti, per un terremoto…
Disastri derubricati in fretta come fatalità da commissioni di inchiesta che non fanno inchiesta su niente, da giudici che mettono sotto accusa la (generica) “mano dell’uomo” e non condannano mai, realmente, nessuno.
Disastri che, invece, trovano il loro posto in un quadro la cui cornice è il capitalismo con al centro la ricerca sempre e comunque e ad ogni costo del massimo profitto e la cui tela è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dei padroni sugli operai: in quella cornice e su quella tela trovano degno posto le morti per sfruttamento, le morti per malattia e incidente in fabbrica o nei campi o sui cantieri, e anche le morti di tanti innocenti, vittime di disastri di vario tipo, sacrificati sull’altare del menefreghismo, del pressapochismo, della burocrazia, della corruzione e così via.
Sulla tratta Andria-Corato il binario unico doveva essere raddoppiato da quattro anni, eppure non è stato ancora realizzato. Invece le tratte per l’alta velocità, sulle quali corrono i treni superveloci dei ministri e dei padroni, vengono realizzate, bene, in poco tempo. Anche questa, mortale, differenza è frutto del dominio di una classe sull’altra, dei capitalisti sugli operai. Tutto il resto ne è la brutale conseguenza.
SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA
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