Redazione di operai Contro,
Renzi e venuto a Taranto per inaugurare un museo
Il capo del governo dei truffatori ha detto: ” «Investire in cultura non è uno sfizio, è l’elemento chiave di svolta del nostro Paese in un momento storico in cui si uccidono i sacerdoti»
Renzi non si uccidono solo i sacerdoti, l’ILVA uccide gli operai e i loro figli.
Renzi, il figlio di papa, il politico che l’unico lavoro che ha fatto è quello di regalare soldi ai padroni, ha avuto il coraggio di dire che: “«Troppo spesso la politica a Taranto ha pagato con assegni a vuoto, noi siamo qui per dire che è finita la stagione degli assegni a vuoto».
Renzi, ma quali assegni a vuoto ai padroni hai dato soldi
Renzi ha voluto prendere noi operai ancora una volta per il culo con la storiella del diritto al lavoro: “L’attenzione su Ilva deve esser molto chiara. Noi abbiamo a cuore la salute dei cittadini, la politica per anni non ha fatto il suo lavoro e noi stiamo facendo gli straordinari per recuperare, ma ci vuole uno sforzo collettivo. Io mi prendo gli insulti, non ho paura, ma mi sta a cuore che Taranto tenga insieme il sacrosanto diritto alla salute con il sacrosanto diritto al lavoro».
Ma quale sacrosanto diritto al lavoro, servo dei padroni. La verità è che Renzi difende il diritto dei padroni a sfruttarci
La protesta degli operai è andata avanti e solo la polizia ha permesso a Renzi di spernacchiarci
Un operaio dell’ILVA
dalla Gazzettadelmezzogiorno
TARANTO – Il premier Matteo Renzi è arrivato del Museo Archeologico Nazionale di Taranto (Marta), per l’inaugurazione del nuovo allestimento del polo museale, dove il capo del governo è arrivato con il ministro della Cultura Dario Franceschini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.
Prima del suo intervento, Renzi ha visitato il secondo piano del museo che, tra i suoi tesori, annovera la Tomba dell’Atleta – sarcofago che contiene i resti di un atleta che partecipò alle Olimpiadi dell’Antica Grecia – e diversi reperti dell’era ellenica e pre-ellenica.
«Investire in cultura non è uno sfizio, è l’elemento chiave di svolta del nostro Paese in un momento storico in cui si uccidono i sacerdoti», ha affermato il premier nel suo intervento all’inaugurazione. «Troppo spesso la politica a Taranto ha pagato con assegni a vuoto, noi siamo qui per dire che è finita la stagione degli assegni a vuoto». La mia «è tutt’altro che una passerella, noi siamo qui per verificare i risultati concreti e cosa manca», aggiunge.
«Oggi è un passo avanti. Il prossimo saranno più risorse perché questo museo possa avere vita forte, presenza reale. Consideriamo il MarTa l’occasione per provare a dare alla città non solo la bellezza della propria propria storia, ma anche la bellezza del proprio futuro».
Poi il delicato passaggio sull’Ilva. «L’attenzione su Ilva deve esser molto chiara. Noi abbiamo a cuore la salute dei cittadini, la politica per anni non ha fatto il suo lavoro e noi stiamo facendo gli straordinari per recuperare, ma ci vuole uno sforzo collettivo. Io mi prendo gli insulti, non ho paura, ma mi sta a cuore che Taranto tenga insieme il sacrosanto diritto alla salute con il sacrosanto diritto al lavoro».
Al momento dell’arrivo del capo del governo era ancora in corso il protesta messa in campo appunto per la gestione del governo dell’Ilva: i manifestanti presidiano, tra striscioni, cori e anche qualche fumogeno, lo spazio antistante l’ingresso al museo, sorvegliati da vicino dalle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa.
I manifestanti – che includono diverse sigle della sinistra radicale e Cobas – sono partiti dal centro della piazza Garibaldi, dove si affaccia il museo, per dirigersi all’ingresso del museo dove sono stati respinti dalle forze dell’ordine.
Ilva, questione ambientale, decreti del governo, l’oggetto della loro protesta, simboleggiata da un grande striscione con la scritta «Ci stanno ammazzando» e con sotto tre passeggini vuoti.
«Il decreto Ilva è contro Taranto, contro i cittadini, contro i lavoratori», hanno urlato a più riprese i manifestanti prendendosela con il premier ma anche con i sindacati confederali: «Sono suoi complici e vogliono farsi il loro incontro invece di indire uno sciopero nella giornata di oggi», è stato sottolineato dal presidio di protesta.
Tornando al MarTa, per il ministro della Cultura Dario Franceschini la sfida è «valorizzare tutte le bellezze d’Italia. Taranto e il Marta sono la prova di come questa sfida si può vincere. La collezione è straordinaria, una delle più importanti del mondo. Ma Taranto ha unicità, ha lo splendore della città vecchia e sarà questo uno dei progetti di recupero nella sua completezza, ha patrimonio culturale unico che può essere grande veicolo di turismo, di turismo».
In occasione dell’inaugurazione, la città di Taranto potrà rivedere, dopo quasi un secolo, la sua preziosa Perséfone Gaia. Nelle nuove sale del museo sarà infatti esposta una copia perfetta della statua greca della Dea sorridente in trono, il cui originale, venduto agli inizi del ‘900, oggi è conservato molto lontano dalla Magna Grecia, all’Altes Museum Berlino.
Grazie alla rivoluzione digitale, la statua della dea dall’enigmatico sorriso è stata sottoposta ad una scansione scanner, che ne ha mappato punto per punto tutta la superficie. I segreti della sapiente mano che l’ha scolpita molti secoli fa sono stati catturati da un computer in una sorta di «calco digitale» con cui poi la bella divinità è stata ricostruita fedelmente e restituita ai tarantini.
A realizzare questa perfetta riproduzione è stata l’impresa Garibaldi Costruzioni e Restauri di Bari, oggi guidata dall’architetto Beppe Fragasso: un’azienda familiare che in 127 anni di attività, e grazie all’ingegno di 5 generazioni, si è saputa trasformare e digitalizzare, riuscendo a realizzare delicate operazioni di efficientamento energetico su edifici del ‘500, così come il restauro di importanti teatri nazionali, fra cui il Petruzzelli di Bari e il Lirico di Milano. Per il restauro e l’allestimento del MarTa di Taranto l’impresa Garibaldi ha collaborato con altre aziende pugliesi.
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