L’indagine choc: “Il Poligono di Teulada zeppo di sostanze tossiche. A Foxi mortalità doppia rispetto alla media”
Le aree intorno al Poligono di Teulada? Una sorta di ‘supermarket’ delle malattie: ognuna ha il suo ‘reparto’ specializzato. A Sa Portedda e Gutturu Saidu si registra un eccesso di patologie respiratorie, digerenti, dell’apparato urinario (compresa l’insufficienza renale) e si osservano casi di tumori particolari. Va peggio a Foxi: l’indice di mortalità è doppio rispetto alla media e, per le patologie cardiache, il rischio è tre volte maggiore. “Perché il Poligono è pieno di sostanze tossiche”. Sono solo alcuni dei dati che Annibale Biggeri, docente di Statistica medica all’Università di Firenze, ha illustrato pochi giorni fa alla ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito’. “Numeri clamorosi”, ha detto il docente, illustrando le risultanze di uno studio condotto su incarico della Procura di Cagliari.
I numeri e quella “cosa strana”: il tumore femminile alla vescica
L’indagine epidemiologica è stata condotta dal 2000 al 2013 nei territori di Teulada e Sant’Anna Arresi. “I tumori maligni sono in eccesso e per gli uomini sono legati al colon retto (18 decessi), laringe (10 decessi), polmone (35 decessi) e prostata – ha elencato il docente -. Abbiamo inoltre riscontrato 128 casi di patologie respiratorie infantili (0-14 anni). Se ben curata, l’asma infantile non porta al ricovero, qui invece abbiamo un +13% rispetto alla media regionale. Ancora, sui ricoveri troviamo una cosa strana: 14 casi di tumore alla vescica nelle donne, dove questo tumore in genere è molto raro”.
A Foxi? Una catastrofe
Biggeri ha analizzato a fondo la situazione in diverse aree sub-comunali, a partire da Foxi, una piana che confina l’area di esercitazione Alfa. I risultati sono stati definiti dal ricercatore “clamorosi”. Che poi aggiunge senza mezzi termini: “Questa popolazione ha subito una catastrofe”. D’altronde, i dati sciorinati da Biggeri non lasciano molto spazio alle congetture. “C’è un eccesso di mortalità per tutte le cause di rischio. Siamo al doppio, per la precisione. Questo è un dato importante e finora non noto. A Foxi vivono 52 persone e in dieci anni ne sono morte 10 quando invece, secondo gli indici dell’area, i decessi avrebbero dovuto essere 5. È un dato clamoroso”. In particolare, cinque residenti sono deceduti per malattie del sistema circolatorio (con un indice di rischio tre volte maggiore rispetto alla popolazione di Teulada e Sant’Anna Arresi). “Peggio va con le malattie ischemiche: il rischio è di 7,5 volte maggiore e, se contiamo anche gli infarti, il rischio è addirittura di 14 volte superiore”, dice Biggeri. Indici altissimi sono stati riscontrati anche per la malattie dell’apparato urinario (comprese nefrosi e nefropatie croniche), oltre ad infezioni acute dell’apparato respiratorio laddove nelle altre zone l’incidenza è al di sotto della media. Infine, va detto che “c’è un 40% in più di rischio di ricovero e poi morte per malattie cardiovascolari, rischio legato ad un evento scatenante (questa è l’ipotesi) perché nella settimana precedente queste persone – ha detto Biggeri – avevano avuto davanti a casa la presenza di attività militari”.
Una ricerca che smentisce la Commissione Difesa: “Il Poligono è pieno di sostanze tossiche”
“Nella nostra indagine c’è una sorpresa – ha detto il docente -. Nel luglio 2014, la Commissione permanente Difesa parlava della ‘assenza di un quadro di certezza scientifica sull’impatto ambientale delle attività militari’. Ma qualche certezza scientifica c’è: questi sono 10 morti, il doppio di mortalità generale di quello che dovrebbe esserci. Questo è dovuto al carico di sofferenze e malattie e alle difficoltà economiche per chi vive lì, perché il Poligono è pieno di sostanze tossiche. Qualsiasi impatto aggraverà le condizioni di questa popolazione, quindi come non parlare di risarcimento e di tutela nei confronti di queste persone?”. Una tesi diametralmente opposta rispetto a quanto affermato poche settimane fa da Bernardo De Bernardinis, presidente dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). “I vincoli della Difesa – aveva detto il 18 aprile durante la presentazione di un accordo in materia di tutela stipulato con l’Esercito – hanno salvaguardato il patrimonio ambientale dalle speculazioni edilizie, penso a Teulada e Porto Pino”.
Le aree intorno al Poligono di Teulada? Una sorta di ‘supermarket’ delle malattie: ognuna ha il suo ‘reparto’ specializzato. A Sa Portedda e Gutturu Saidu si registra un eccesso di patologie respiratorie, digerenti, dell’apparato urinario (compresa l’insufficienza renale) e si osservano casi di tumori particolari. Va peggio a Foxi: l’indice di mortalità è doppio rispetto alla media e, per le patologie cardiache, il rischio è tre volte maggiore. “Perché il Poligono è pieno di sostanze tossiche”. Sono solo alcuni dei dati che Annibale Biggeri, docente di Statistica medica all’Università di Firenze, ha illustrato pochi giorni fa alla ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito’. “Numeri clamorosi”, ha detto il docente, illustrando le risultanze di uno studio condotto su incarico della Procura di Cagliari.
I numeri e quella “cosa strana”: il tumore femminile alla vescica
L’indagine epidemiologica è stata condotta dal 2000 al 2013 nei territori di Teulada e Sant’Anna Arresi. “I tumori maligni sono in eccesso e per gli uomini sono legati al colon retto (18 decessi), laringe (10 decessi), polmone (35 decessi) e prostata – ha elencato il docente -. Abbiamo inoltre riscontrato 128 casi di patologie respiratorie infantili (0-14 anni). Se ben curata, l’asma infantile non porta al ricovero, qui invece abbiamo un +13% rispetto alla media regionale. Ancora, sui ricoveri troviamo una cosa strana: 14 casi di tumore alla vescica nelle donne, dove questo tumore in genere è molto raro”.
A Foxi? Una catastrofe
Biggeri ha analizzato a fondo la situazione in diverse aree sub-comunali, a partire da Foxi, una piana che confina l’area di esercitazione Alfa. I risultati sono stati definiti dal ricercatore “clamorosi”. Che poi aggiunge senza mezzi termini: “Questa popolazione ha subito una catastrofe”. D’altronde, i dati sciorinati da Biggeri non lasciano molto spazio alle congetture. “C’è un eccesso di mortalità per tutte le cause di rischio. Siamo al doppio, per la precisione. Questo è un dato importante e finora non noto. A Foxi vivono 52 persone e in dieci anni ne sono morte 10 quando invece, secondo gli indici dell’area, i decessi avrebbero dovuto essere 5. È un dato clamoroso”. In particolare, cinque residenti sono deceduti per malattie del sistema circolatorio (con un indice di rischio tre volte maggiore rispetto alla popolazione di Teulada e Sant’Anna Arresi). “Peggio va con le malattie ischemiche: il rischio è di 7,5 volte maggiore e, se contiamo anche gli infarti, il rischio è addirittura di 14 volte superiore”, dice Biggeri. Indici altissimi sono stati riscontrati anche per la malattie dell’apparato urinario (comprese nefrosi e nefropatie croniche), oltre ad infezioni acute dell’apparato respiratorio laddove nelle altre zone l’incidenza è al di sotto della media. Infine, va detto che “c’è un 40% in più di rischio di ricovero e poi morte per malattie cardiovascolari, rischio legato ad un evento scatenante (questa è l’ipotesi) perché nella settimana precedente queste persone – ha detto Biggeri – avevano avuto davanti a casa la presenza di attività militari”.
Una ricerca che smentisce la Commissione Difesa: “Il Poligono è pieno di sostanze tossiche”
“Nella nostra indagine c’è una sorpresa – ha detto il docente -. Nel luglio 2014, la Commissione permanente Difesa parlava della ‘assenza di un quadro di certezza scientifica sull’impatto ambientale delle attività militari’. Ma qualche certezza scientifica c’è: questi sono 10 morti, il doppio di mortalità generale di quello che dovrebbe esserci. Questo è dovuto al carico di sofferenze e malattie e alle difficoltà economiche per chi vive lì, perché il Poligono è pieno di sostanze tossiche. Qualsiasi impatto aggraverà le condizioni di questa popolazione, quindi come non parlare di risarcimento e di tutela nei confronti di queste persone?”. Una tesi diametralmente opposta rispetto a quanto affermato poche settimane fa da Bernardo De Bernardinis, presidente dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). “I vincoli della Difesa – aveva detto il 18 aprile durante la presentazione di un accordo in materia di tutela stipulato con l’Esercito – hanno salvaguardato il patrimonio ambientale dalle speculazioni edilizie, penso a Teulada e Porto Pino”.
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