Caro Operai Contro,

a Saronno 28 Km da Milano l’attesa per una visita oculistica è di 14 mesi. In compenso non mancano gli incantatori di serpenti della “telemedicina”. Gallera, assessore regionale alla Sanità intervenendo a Saronno, ha illustrato la riforma sanitaria, ma nulla ha detto pubblicamente sul destino dell’ospedale cittadino. Lo storico locale Giuseppe Nigro ha constatato che l’assessore regionale «ha disegnato scenari immaginifici sulla telemedicina, ma nulla ha detto sui tempi e sui modi in cui tutto ciò avverrà. Intanto, a un anno dall’adozione della nuova legge, nonostante i trionfali proclami, ben poco è stato fatto e il prendersi cura, per il momento, rischia di essere solo uno slogan suggestivo». Conclude Nigro: “a pagare saranno soprattutto gli anziani e i più poveri che si troveranno di fronte strutture ospedaliere pubbliche indebolite e politiche sociali con risorse economiche ridotte”. Abbiamo imparato a riconoscere gli incantatori di serpenti, ora dobbiamo cominciare a prenderli a pedate nel culo.

Saluti da Maccagno Va

Articolo della Prealpina

«All’orizzonte non c’è alcun “futuro radioso” per l’ospedale di Saronno, come dichiarato dall’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera a margine dell’incontro promosso l’altra sera dal circolo la Bussola. Basti dire che ci vogliono 14 mesi per una visita oculistica». L’ex assessore e storico locale Giuseppe Nigro interviene nella diatriba sul futuro della sede sanitaria. E incalza: «Ho ascoltato con attenzione l’intervento dell’assessore Gallera, ha illustrato la riforma sanitaria, ma nulla ha detto pubblicamente sul destino dell’ospedale cittadino, mentre bisogna dare atto al nuovo direttore generale dell’Asst, Giuseppe Brazzoli, di aver assunto pubblicamente l’impegno a non impoverire ulteriormente il nosocomio saronnese e di volerlo migliorare – sottolinea l’ex amministratore saronnese – Tuttavia, senza nulla togliere alle sue buone intenzioni, vorrei ricordare che da quando l’ospedale di Saronno è entrato a far parte dell’Ao di Busto Arsizio, a metà degli anni Novanta, non c’è stato un direttore che non abbia manifestato la volontà di rafforzarlo, ciononostante abbiamo assistito progressivamente e irrimediabilmente nell’ultimo ventennio al ridimensionamento e impoverimento (dalle strutture al personale), mentre sorgevano nuove e più moderne strutture ospedaliere che diventeranno poli attrattivi per la qualità dei servizi che già oggi sono in grado di erogare».

Secondo Nigro, l’assessore regionale «ha disegnato scenari immaginifici sulla telemedicina, ma nulla ha detto sui tempi e sui modi in cui tutto ciò avverrà. Intanto, a un anno dall’adozione della nuova legge, nonostante i trionfali proclami, ben poco è stato fatto e il prendersi cura, per il momento, rischia di essere solo uno slogan suggestivo».

Nigro invita il sindaco Alessandro Fagioli a scendere in campo a difesa dell’ospedale: «Posso comprendere, ma trovo comunque colpevole il silenzio del sindaco leghista che per appartenenza di partito, lungi dal difendere l’ospedale di Saronno, tace di fronte al neocentralismo regionale del presidente Maroni – conclude Nigro – a pagare questa inconsistenza politica locale saranno soprattutto gli anziani e i più poveri che si troveranno di fronte strutture ospedaliere pubbliche indebolite e politiche sociali con risorse economiche ridotte».