La redazione di Operai Contro, ha pubblicato il 29 novembre una corrispondenza degli operai della INNSE
” La guerra non è ancora finita, la battaglia degli operai della Innse continua
Dopo due giorni di presidio, davanti alla portineria della Innse, si è concluso il presidio che ha impedito alle imprese artigiane di smontare una delle grandi alesatrici che il piano aziendale della Camozzi prevede di eliminare. Ad oggi il presidio si è concluso con una sconfitta dell’azienda su questo terreno. Dopo la conclusione del presidio siamo tornati nella mensa aziendale e da domani mattina continueremo con le nostre quotidiane assemblee in fabbrica.
Quello che stamattina abbiamo ottenuto è che l’azienda si è impegnata, di fronte ai rappresentanti della questura, al ritorno delle condizioni precedenti il presidio………..”
Ora il Corriere pubblica un articolo che è da leggere con la premessa degli operai della innse
dal Corriere
Divorzio sindacale alla Innse di via Rubattino: la Fiom Cgil da una parte, la rappresentanza interna dall’altra. E non è una questione politica. Anzi. La novità che è destinata a scuotere la tregua armata nello storico stabilimento di Lambrate è una lettera aperta che le segreterie Fiom, milanese e nazionale, hanno indirizzato ai propri iscritti. Il sindacato dei metalmeccanici Cgil considera «controproducente la prosecuzione della mobilitazione» e «non condivide le ragioni e le forme di conflitto che la Rsu della Innse Milano ha deciso di promuovere, che potrebbero determinare una imprevedibile escalation , generando situazioni traumatiche non gestibili sul piano sindacale». Uno strappo senza precedenti. Che la Rsu per ora non commenta.
Cosa succede nella fabbrica che nell’estate 2008 – con la protesta di quattro lavoratori e un funzionario Fiom su un carroponte – diventò simbolo della resistenza operaia del terzo millennio? Allora il faro acceso dalla protesta permise di cambiare quello che sembrava un finale già scritto per la storia della Innse: da azienda prossima al fallimento a realtà con futuro e prospettive grazie all’acquisizione da parte della bresciana Camozzi. La clamorosa rottura di oggi tra l’organizzazione delle tute blu Cgil ( i funzionari sindacali della FIOM non sono tute blu della Innse. nota della redazione di Operai Contro) e la Rsu aziendale parte da lontano. I ritardi nel rilancio dell’attività dovuti alla mancata cancellazione di un’ipoteca sull’area da parte dei precedenti proprietari non hanno aiutato. Poi è arrivato il momento della ristrutturazione e degli investimenti. È partito il confronto con l’azienda, mediato dalle istituzioni. È la Fiom stessa, nella sua lettera agli iscritti di via Rubattino, a ricordare che la rappresentanza sindacale interna non ha mai voluto partecipare . A settembre la Fiom ha firmato un accordo al ministero dello Sviluppo economico. L’intesa contiene impegni aziendali a investire 2-3 milioni di euro in nuovi macchinari, a fare nuove assunzioni in accompagnamento a prepensionamenti incentivati e, soprattutto, al superamento del jobs act per i nuovi contratti. Un risultato «soddisfacente» per le tute blu della Cgil (quali tute blu? i funzionari sindacali?. Nota della redazione di Operai Contro). Ma che i 27 operai Innse hanno bocciato.
Condividi:
Comments Closed
Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkNo
Comments Closed