PER IL DIBATTITO.
Finora, gli intellettuali e gli studiosi di regime, sono stati impegnati a dimostrare come questo sistema ha determinato, un costante miglioramento delle condizioni di vita, almeno in questa parte di mondo. Una tendenza spacciata per inarrestabile. Adesso sono emerse delle statistiche e delle notizie che contrastano questa tesi ma che hanno fatto solo una comparsa effimera sugli organi d’informazione ufficiali e sul web. Niente di strano, il controllo delle opinioni si compie anche non “sostenendo” le notizie scomode, è la prassi. Purtroppo questo m’impedisce di fornire del materiale da approfondimento ai lettori perché alcune notizie sono letteralmente svanite nel nulla.
SI VIVE SEMPRE DI MENO E MALE.
È una notizia lanciata una sola volta nel tg3 che non ha avuto nessuno strascico di dibattito e approfondimento: l’età media della popolazione italiana sta costantemente diminuendo da un po’ do tempo a questa parte e si è invertita una tendenza spacciata per inarrestabile. http://it.blastingnews.com/salute/2016/04/salute-in-italia-in-calo-l-eta-media-di-vita-manca-la-prevenzione-00896553.html questo è l’unico link trovato sull’argomento che invito a leggere per evidenziare i limiti di queste analisi. In primo luogo le analisi statistiche non tengono conto della struttura sociale della popolazione, perché non si fanno le statistiche per classi sociali? Si scoprirebbe, probabilmente, una riduzione dell’età media ancora più marcata tra operai e lavoratori rispetto alle classi più agiate. L’analisi postata evidenzia come possibile causa della riduzione dell’età media la mancanza di profilassi, ma come si può fare prevenzione, se si aumentano i costi e l’accessibilità agli esami e test preventivi? Perché, inoltre, non si permette un’alimentazione sana generalizzata, ma si lasciano alle scelte individuali “la sana alimentazione e i corretti stili di vita”? Quanta ipocrisia! Come può esercitare delle scelte chi sbarca il lunario? Al solito gli intellettuali di regime si arrampicano sugli specchi pur di non ammettere che questa inversione di tendenza nell’aumento dell’età media è il risultato di decenni d’inquinamento, quindi una conseguenza diretta del sistema! Non c’è solo questo: ci sono degli studiosi che affermano che questa è la generazione umana con maggiori problemi di salute, basta entrare in una farmacia per capire quanto questo sia vero. Con buona pace dei profitti delle industrie farmaceutiche.
IN EUROPA MUOIONO MEZZO MILIONE DI PERSONE PER INQUINAMENTO!
Un’altra notizia che ha fatto una comparsa effimera su gli organi d’informazione: in Europa lo scorso anno sono morte 467.000 persone a causa dell’inquinamento atmosferico! Gli scienziati europei sono rimasti molto sorpresi da questi dati; si pensava che i continui aggiornamenti nelle emissioni dei trasporti urbani avrebbero contribuito a pulire l’aria delle grosse città europee. In realtà ciò è avvenuto sino a un certo momento ma allo stato attuale la riduzione degli inquinanti delle automobili è solo apparente, le particelle sono ridotte di dimensioni e diventano poco rivelabili, ma forse più pericolose di quelle più grandi. È necessario, però, sostenere l’industria automobilistica e queste informazioni non sono adeguatamente diffuse. E pensare, come ho detto altre volte, che sarebbe bastato aggiungere dell’idrogeno nei carburanti per abbattere drasticamente le emissioni nocive, senza bisogno di progettare nuovi motori e complessi sistemi anti inquinamento; ma la società basato sul profitto ha le sue regole, bisogna produrre ne vendere nuova merce, non c’è scampo. Intanto, anche a causa dell’inquinamento, stanno aumentando enormemente i bambini autistici in tutto il mondo occidentale, a causa delle particelle di particolato più piccole che provocano dei danni irreversibili nelle cellule nervose. Tendenza confermata dall’incremento degli insegnanti di sostegno che si è avuto quest’anno scolastico.
L’AUMENTO DELL’ANIDRIDE CARBONICA NELL’ATMOSFERA.
Un’altra notizia degli ultimi tempi, l’anidride carbonica ha raggiunto il livello critico di 400 parti per milione, una soglia che gli scienziati ritengono particolarmente pericolosa, di non ritorna per il controllo dell’incremento della temperatura atmosferica globale. Al solito gli studiosi sembrano cadere dalle nuvole, non sanno spiegare un simile incremento in un’epoca in cui si è diffuso, nel mondo occidentale, l’uso delle fonti rinnovabili di energia. Le conferenze sul clima si susseguono si suggeriscono delle cause e delle soluzioni, ma nessuno studioso ha il coraggio di ricercare le vere cause del disastro ambientale che si va profilando: è la globalizzazione stessa a provocare l’incremento della C O 2 nell’atmosfera, questo assurdo e ingiustificato spostamenti di materie prime per il mondo, necessario solo per sostenere il profitto. Chiaramente non si può mettere in discussione il sistema economico. Intanto, un’altra notizia recente, sta aumentando in modo incontrollato, il metano nell’atmosfera, un gas serra 28 volte più potente della C O 2 per incrementare la temperatura della Terra. La causa va da ricercarsi nell’uso eccessivo di questo gas nella combustione, ma soprattutto nell’eccessiva diffusione degli allevamenti intensivi. Non è cosa da poco conto, ognuno di noi può costatare la tropicalizzazione del clima, fasi siccitose si alternano a periodi molto piovosi, il dissesto idrogeologico fa il resto nel devastare il territorio.
CONCLUSIONI.
Nel prima dopoguerra il progresso tecnologico ha determinato un oggettivo miglioramento della vita di tutti i giorni, questo ha permesso il sistema di sostenersi e di progredire. Sembrava un processo inarrestabile ma non si possono violare all’infinito le leggi della natura, alla fine essa chiede il conto e sono sempre i poveri cristi a pagarlo. Così dopo decenni di “sviluppo”, per pochi, il giocattolo si è inceppato e si giunti a un vicolo cieco: le produzioni di nuove merci non stanno portando a un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita neanche in questa ristretta parte di mondo, l’aumento delle spese per riparare i danni di un sistema produttivo al collasso sta sbaragliando i conti degli Stati che si rivalgono sulla riduzione delle prestazioni previdenziali. Un cortocircuito senza fine di cui non s’intravede una via d’uscita. Ci sarebbe la necessità di fermarsi nel produrre nuovi beni di consumo e impiegare le risorse tecnologiche per risolvere i problemi e riavviare un vero progresso, ma ciò può avvenire solo eliminando il profitto e il lavoro salariato che lo generano. Anche per questo serve il Partito Operaio.
PIETRO DEMARCO.
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