sono uno dei 18 mila schiavi salariati dell’ILVA. Per anni ci hanno ricattato. O accettavamo di lavorare con la morte sulle spalle o accettavamo di morire di fame. Noi schiavi salariati abbiamo accettatodi lavorare per il padrone. Poi sono arrivati gli ambientalisti a dire che il nostro lavoro ammazzava anche gli abitanti della città. Ancora un ricatto quello tra lavoro e ambiente. Avevo una famiglia, avevo dei figli. La mia famiglia era al servizio dei padroni e i miei figli futuri schiavi salariati. Oggi ho capito che il vero problema è il profitto dei padroni. Ora ci vogliono ancora ricattare. Se lavorate avrete un fabbrica pulita. Ma quale fabbrica pulita. Saremo sempre schiavi che quando va bene moriremo nel nostro letto e quando va male moriremo in fabbrica per i profitti del padrone. Vivere da schiavi salariati e morire ogni giorno. Siamo un esercito di schiavi. Piuttosto che morire da schiavi possiamo ribellarci e lottare per distruggere i padroni e la loro società. Morire per morire conviene lottare e morire per eliminare la nostra schiavitù
Uno schiavo dell’ILVA
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