Nota alla lettera della FIOM spedita a casa di ogni lavoratore della INNSE
Egregi signori Scipioni ed Agnelli
Quando i datori di lavoro volevano spaventare gli operai in sciopero scrivevano a casa in modo che le famiglie fossero coinvolte, spiegavano che le iniziative di lotta erano pericolose e minacciavano ritorsioni per chi vi partecipava. Ora sono i signori Scipioni ed Agnelli ad usare gli stessi metodi vergognosi, tentano di sollevare problemi con chi ci sta vicino, provocare tensioni famigliari, ma si sbagliano. Siamo uniti a tutti quelli che conoscono bene la storia della INNSE, solo grazie alla nostra testardaggine non chiuse nel 2009 ed è arrivata fino ad oggi. Comunque tutto questo è fuori da ogni logica sindacale, il legittimo confronto è sempre stato effettuato tramite assemblee dove dirigenti ed iscritti si confrontano arrivando a soluzioni condivise. Il fatto che più ci lascia perplessi è che questa operazione è fatta in nome della FIOM, sindacato a cui siamo iscritti da decenni, che gli Scipioni e gli Agnelli stanno portando alla rovina.
La RSU e i lavoratori iscritti alla FIOM della INNSE
Riportiamo in formato pdf la Lettera aperta agli iscritti Fiom della INNSE MILANO del 6 dicembre 2016
Milano, 14 Dicembre 2016 lettera-situazione-innse-milano
Risposta a Scipioni ed Agnelli da parte degli operai e degli impiegati della INNSE
Egregi signori
Ci è giunta inaspettata ed inopportuna la vostra lettera aperta in una fase in cui la controparte padronale ci perseguita con provvedimenti disciplinari, denunce, guardie giurate che ci sorvegliano a vista mentre ci rechiamo a fare assemblea nella sala della RSU, telecamere fuori e dentro l’officina.
Voi, che dovreste difendere la nostra agibilità sindacale e la nostra incolumità di lavoratori iscritti da decenni alla FIOM, condannate le nostre iniziative sindacali, i nostri scioperi e le nostre assemblee dando di fatto, senza ombra di dubbio, il via libera e la copertura alle azioni disciplinari che l’azienda sta adottando nei nostri confronti. Una macchia nera nella storia della FIOM che nessuno potrà più cancellare. Come al solito ognuno racconta la realtà come meglio gli aggrada ma almeno accettiamo la salomonica sentenza che la verità sta nel mezzo e precisiamo: dobbiamo fare una premessa, semplificando. Per quanto cerchiate nella vostra lettera di aggirare, nascondere il problema centrale della vicenda INNSE non ci costringerete al silenzio: il benvoluto imprenditore ha avuto in regalo dal Comune tramite un giro di aree con AEDES, 30 mila metri di capannone a Lambrate con il preciso impegno di sviluppare la fabbrica, di incrementare l’occupazione partendo dai 48 dipendenti. Eravamo così nel 2009. Nessuno di questi patti è stato rispettato, l’officina sta diventando un magazzino di macchine smontate, gli addetti sono oggi 27, quasi tutti in cassa integrazione. Basterebbe solo vedere questa realtà per capire da che parte sta la ragione. Che i soggetti di quella operazione del 2009 facciano oggi finta di non ricordare, di non conoscerne bene i termini, che si passino la palla da un ufficio ad un altro, non ci scoraggia. Ci sarà anche un’autorità, che ad un certo punto, vorrà vederci chiaro e noi i “ terribili ” lavoratori della INNSE saremo ben contenti di scoprire che a Milano si trovano ancora funzionari galantuomini. Non è vero che la RSU si è sottratta al confronto. Decine di riunioni si sono svolte in azienda, in Prefettura, all’ARIFL. Noi abbiamo sempre cercato la strada di un accordo ma abbiamo trovato una controparte che non ha fatto che ripetere: prendere o lasciare il piano di risanamento. Sono dati di fatto che fu l’azienda a dire NO all’invito del Prefetto di rinviare la sospensione della CIGS per permettere l’apertura di una seria trattativa. La stessa FIOM Milanese denunciò questo atteggiamento fino a dichiarare “ illegittima “ la sospensione in CIGS, dichiarazione concordata con noi, che aprì la strada alla mobilitazione fin dal Marzo 2016. L’azienda è rimasta sulle sue posizioni, quello che è cambiato e non si capisce perché è l’atteggiamento dei dirigenti sindacali che oggi si schierano contro di noi. Al MISE, è vero, è uscito un’ipotesi di verbale di accordo, ma il 12 Settembre fu bocciato all’unanimità dai lavoratori presenti con voto segreto. Come sempre se i votanti non si esprimono come desiderano “i dirigenti” si ventila una incapacità ad esprimere giudizi sensati, una mancanza di lucidità da parte dei NO. Una moda che andrebbe condannata, se vale la tanto decantata democrazia il voto va rispettato, massimo rispetto. Siamo però costretti a spiegare in breve ciò che ci ha spinto a votare NO, anche se lo sa il mondo intero, anche se lo abbiamo spiegato in assemblea prima del voto. Le ragioni le conosce bene Scipioni ma forse le ha dimenticate, era invece assente all’assemblea Agnelli ma a lui interessano poco le nostre argomentazioni, non ce le ha mai chieste. L’accordo proposto aveva come presupposto l’accettazione in blocco e senza riserve del piano di risanamento, ciò voleva dire sottoscrivere lo smantellamento di 22 macchine utensili su 27. Lasciare inutilizzato metà capannone ed attestarsi su un numero di addetti inferiore ad una trentina. Certo è che di fronte ad uno scenario del genere le due macchine utensili promesse ed ancora indefinite rappresentavano un ricatto per farci mollare un parco macchine che solo quattro anni fa era per tutti di ottimo livello tecnologico. Se avessero voluto impiantare nuove macchine veramente non sarebbe certo mancato lo spazio.Le sette assunzioni si fondano su un altro ricatto e lo sapete bene tutti, l’accordo recitava che sarebbero state avviate a condizioni che coloro che potevano accedere alla pensione nel triennio avrebbero dovuto sottoscrivere un accordo di uscita individuale. La volontarietà della scelta era negata. Tutto diventa ridicolo se si pensa che nel 2016 si sono dimessi 9 dipendenti e di questi 4 sono pensionati mentre gli altri 5 sono giovani alesatori che di fronte alla CIGS hanno preferito trovarsi un altro lavoro. L’azienda non ha fatto niente per trattenerli ed oggi racconta ai quattro venti di nuove assunzioni, come si fa a prenderli in seria considerazione?
La INNSE non è una fabbrica a scadenza, ci interessa sapere come prosegue se barcamenandosi fra CIGS e contratti di solidarietà decennali, trasformando il capannone in un magazzino per macchine usate in vendita oppure rimettere in moto una vera fabbrica per lavorazioni meccaniche medie e grandi.
In questi mesi sono state smontate sette dentatrici, addirittura più di quelle previste nel piano, sono così obsolete, fuori mercato, che vengono smontate con attenzione, numerate, chissà dove andranno a finire. I nostri dirigenti si chiedono cosa vogliamo? La ripartenza della produzione alla INNSE, un cronoprogramma della sostituzione dei macchinari in tempi certi e definiti, le assunzioni di nuovi operai per reintegrare almeno il numero di quelli che in questi anni sono andati via. Col permesso o senza il permesso dei dirigenti Scipioni ed Agnelli continueremo a svolgere assemblee e scioperi per aprire una vera trattativa. Loro cercano di impaurirci giurando che questa strada è chiusa, che dobbiamo solo piegare la testa, non è nostro stile. Quante fabbriche sono state chiuse con questo spauracchio nell’area milanese e Scipioni lo sa bene, ma eviteremo di fare l’elenco.Siamo convinti però che nella FIOM sono tanti quelli che non sono d’accordo a fare attorno a noi terra bruciata, non sono disposti a darci in pasto alla repressione del padrone, ( perdonateci questo termine obsoleto), tanti che sanno bene che una cosa è il confronto al nostro interno altra cosa è attaccare apertamente, tramite anche qualche giornalista amico, gli operai in lotta. Operai che sono iscritti alla FIOM da oltre 30anni, operai che nel 2009 hanno dato speranza a tanti operai salvando la INNSE dalla chiusura. Chiediamo ai lavoratori, agli operai ed ai militanti della FIOM di non lasciarci soli, di sostenerci, i dirigenti sindacali passano, siamo noi che rimaniamo una vita in fabbrica a lottare per i nostri diritti. La controparte non approfitti di queste nostre contraddizioni, potrebbe essere un’arma a doppio taglio, è meglio per tutti sedersi attorno ad un tavolo e riaprire una trattativa seria.
Firmato RSU e lavoratori iscritti alla Fiom.
VINCENZO A. BRAHIM B. BRUNO B. ANNA MARIA P
IVAN B. STEFANO B. FABIO B. F. FULVIO B.
DARIO C. BRUNO C. . ROBERTO F. DAMIANO C.
MAURIZIO G. ANDREA G. SERGIO G. ROBERTO M.
MASSIMO M. AGRON M. RAFFAELE P. RENATO V.
FELICE P. MARCO R. CLAUDIO T. SAID Z.
MARIO V. GIANCARLO Z.
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