Caro Operai Contro,
alla Elframo di Bergamo l’azienda dichiara 15 esuberi su 85 dipendenti, eppure – dice il sindacato – finora l’uso degli ammortizzatori sociali “è sempre stato oculato”. Per questo motivo i sindacalisti di Fiom e Fim, chiedono “di trasformare la mobilità prospettata in mobilità volontaria, assecondata, magari, da un accompagnamento economico”. In poche parole i sindacalisti chiedono che siano gli operai ad autolicenziarsi, ed al padrone chiedono di essere tanto buono, dare la mancia agli operai che secondo i sindacalisti si dovrebbero autolicenziarsi. Così con meno operai il padrone potrà sommare altri profitti a quelli accumulati finora, i sindacalisti continuerebbero ad avere il loro stipendio sicuro, e gli operai finirebbero in mezzo alla strada. Un spirale ricorrente in più fabbriche, una spirale che va spezzata, cominciando a dire NO agli esuberi, NO agli autolicenziamenti. No agli accordi a perdere. Lo sciopero per conquistare la vaselina fa il gioco del padrone, del quieto vivere per i sindacalisti, della rovina per gli operai.
Saluti da un operaio incazzato
Articolo preso da “L’eco di Bergamo”
Sciopero a sorpresa alla Elframo di Bergamo. Fuori dai cancelli tutti gli 85 dipendenti.
L’azienda, produttrice di grossi elettrodomestici per collettività, ha annunciato nei giorni scorsi 15 esuberi tra gli 85 dipendenti. Nel pomeriggio un’assemblea dei lavoratori ha deciso, con Fim Cisl e Fiom Cgil, di scendere in sciopero e, nonostante l’acquazzone che si è scaricato sullo stabilimento di via Verga, una cinquantina di dipendenti ha inscenato un «agguerrito» presidio, sotto le bandiere e gli ombrelli.
«Non sarà sciopero a oltranza. Confidiamo che la proprietà scenda a ben più miti ragioni, dopo la nostra protesta, e prenda in considerazione le proposte che abbiamo già inviato, allo scopo di aprire una trattativa che possa essere utile per tutti». Emanuele Fantini della Fim Cisl e Vittorio Tornaghi della Fiom Cgil hanno gestito gli ultimi avvenimenti in azienda.
Da un po’ di anni, l’Elframo ha vissuto una situazione di alti e bassi: «Gli ammortizzatori sociali sono stati sempre utilizzati in modo oculato. Oggi, l’impresa deve fare scelte di prospettiva nel mercato, come chiediamo da tempo di fare, e sul personale, attraverso azioni di riqualificazione professionale. Il livello tecnologico degli impianti – dicono i due sindacalisti – è uno dei più elevati del territorio. Sarebbe bello vedere accompagnare gli investimenti tecnologici a investimenti formativi del personale».
Per quanto riguarda la trattativa, «chiediamo alla proprietà di rivedere la posizione e abbandonare la mobilità nelle modalità in cui è stata proposta. Riteniamo necessario verificare l’utilizzo di nuovi ammortizzatori sociali in misura che sia utile all’ azienda e ai lavoratori, e di trasformare la mobilità prospettata in mobilità volontaria, assecondata, magari, da un accompagnamento economico».
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