Caro Operai Contro,
se i profitti non sono sufficientemente alti, il padrone chiude e licenzia tutti. Così vuole fare anche il colosso H&M, chiudendo 4 negozi e licenziando 95 dipendenti. In Italia H&M continua ad aumentare le vendite e i negozi, ma al padrone non basta. In ogni suo negozio, il saggio di profitto deve essere proporzionato al capitale investito, altrimenti l’accumulazione di capitale arranca rispetto la concorrenza. Perciò vuole licenziare 95 lavoratori anche se come dice il sindacato, H&M “non versa certo in una situazione di crisi”. Lo stesso sindacato che dichiara “inaccettabili” i 95 licenziamenti, finora non ha fatto gran ché per respingerli, non ha ancora mobilitato i lavoratori H&M di tutti i negozi in Italia, si è solo lamentato della “decisione unilaterale” dell’azienda che rende difficile il confronto. Vuole forse condividere con l’azienda la decisione dei 95 licenziamenti, perché non siano una “decisione unilaterale”? I lavoratori trovino la giusta determinazione di lottare contro i licenziamenti e le manovre del padrone, senza farsi imbrigliare dai giri di parole degli imbonitori di turno.
Salutoni
Articolo da: Repubblica.it
H&M chiude 4 negozi e licenzia 95 persone, i sindacati: “Inaccettabile”
Il colosso svedese che macina utili e continua ad aprire punti vendita in Italia ricorre alla procedura del licenziamento collettivo. I dipendenti dichiarano lo stato di agitazione. L’azienda replica “la dignità e la tutela delle nostre persone” ci stanno a cuore. Cgil, Cisl e Uil “decisione unilaterale ” che rende difficile il confronto
MILANO – Da un colosso dell’abbigliamento come H&M che in Italia continua ad aumentare le vendite e ad aprire negozi, nessuno se l’aspettava. E invece a sorpresa l’azienda annuncia 95 esuberi e 4 chiusure di negozi di cui due a Milano, uno a Cremona e uno a Venezia. Dura la posizione dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS che considerano grave ed inaccettabile da parte di un azienda che “non versa certo in una situazione di crisi” il ricorso alla procedura di licenziamento collettivo per i negozi di Piazza San Babila e corso Buenos Aires a Milano, di Cremona e Mestre e la conseguente dichiarazione di 95 esuberi. Tanto più che la “chiusura dei negozi e la pesante messa in discussione occupazionale sono state decise unilateralmente dall’azienda nel bel mezzo di un difficile confronto tra le parti”.
Eppure H&M da inizio anno ha aperto tre nuovi negozi in Italia, a Foggia, Verona e Pesaro, creando 425 nuovi posti di lavoro. Dall’azienda fanno sapere che quando si apre un punto vendita parte sempre una “preselezione interna” tra i dipendenti attuali, che magari hanno voglia di crescere o qualificarsi per un trasferimento. Solo che spostarsi da Mestre a Foggia, da Milano a Pesaro non è banale. Peraltro altri marchi del gruppo svedese, come Cos, continuano ad aprire negozi in Italia (uno quest’anno anche a Milano), ma il passaggio di un dipendente da un’insegna a un’altra pare non sia né scontato né automatico.
“La dichiarazione di esuberi risulta, se possibile, ancora più ingiustificata – proseguono i sindacati – in considerazione della forte attività di espansione sostenuta dall’impresa, anche in relazione alla recente apertura di diversi punti di vendita e del ricorso spropositato e strutturale al lavoro a chiamata”. Per questo i sindacati hanno proclamato con decorrenza immediata lo stato di agitazione dei dipendenti H&M e “ l’adozione di tutte le misure consentite a tutela della dignità e dei diritti dei lavoratori”. Ma gli svedesi replicano che aperture e chiusure sono all’ordine del giorno. “La decisione di chiudere i punti vendita è legata alla sostenibilità economica di questi specifici negozi”, spiegano da H&M. “Il settore retail è in continua evoluzione e l’azienda deve adeguarsi a questi cambiamenti”. La società confermando la chiusura dei 4 negozi dal prossimo agosto, ribadendo la volontà di continuare a crescere in Italia. “H&M si prenderà cura dei propri dipendenti e s’impegna a trovare le migliori soluzioni possibili attraverso un costante dialogo con i sindacati. Tutti i casi saranno gestiti in maniera conforme alla legge e nel rispetto delle politiche interne e dei valori dall’azienda”. Peraltro nel 2017, per la sua attenzione all’ambiente e ai valori etici, H&M è stata nominata da Business of Fashion tra le migliori aziende per cui lavorare nella moda, chissà se i dipendenti di Milano, Cremona e Mestre possono dire lo stesso.
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