Caro Operai Contro,
8 operai morti sul lavoro nella bergamasca nel primo semestre del 2017. Esattamente il doppio del primo semestre del 2016, quando erano stati 4, come confermano le tabelle dell’Inail. Questo è frutto dell’intensificato sfruttamento degli operai, che ha portato il quotidiano “L’eco di Bergamo” del 20 luglio 2017 a titolare: “Dopo la crisi degli anni precedenti le aziende metalmeccaniche bergamasche sembrano ripartite”. Le aziende che “sembrano ripartite”, lasciano 8 cadaveri sulla strada, 8 operai assassinati per realizzare profitti per i padroni. Con l’intensificato sfruttamento degli operai, i padroni intascano altri profitti, 8 operai ci hanno rimesso la vita, 8 famiglie oltre al dolore dovranno arrangiarsi per tirare avanti. Non stiamo con le mani in mano ad aspettare nuove esecuzioni in nome del profitto. Organizziamoci nelle fabbriche. Condivido la proposta del Partito Operaio.
Saluti da Palazzago BG
Allego da L’Eco di Bergamo: l’articolo di Martedì 25 luglio 2017 e sotto l’articolo del 20 luglio 2017.
Otto morti sul lavoro da inizio anno
La Cisl: «Aumentano, alzare la guardia»
Il mortale infortunio alla Magnetti Building, che è costato la vita all’operaio cinquantaduenne Roberto Benitozzi di Ponte San Pietro, è anche la drammatica conferma dell’aumento delle morti bianche nella Bergamasca, che nei primi 6 mesi del 2017 sono state 7 rispetto alle 4 del primo semestre 2016, 8 dall’inizio dell’anno con l’infortunio di Carvico.
«L’ultimo epispodio non è stato ancora conteggiato nelle tabelle pubblicate dall’Inail –evidenzia la Cisl di Bergamo –. Eppure, le stesse tabelle già segnalavano un inasprimento delle denunce a Bergamo nel corso dell’ultimo anno, nonostante per alcuni periodi si fossero mostrati alcuni segnali positivi che lasciavano sperare in orizzonti migliori». «Invece – sottolinea Giacomo Meloni, della segreteria provinciale della Cisl – si riscopre la tendenza negativa all’aumento delle denunce di infortunio, rapportate allo stesso periodo del 2016 e fatto ancor più grave l’aumento degli infortuni mortali nel primo semestre 2017 rispetto a quello dello scorso anno. La tendenza ora quindi si conferma purtroppo in peggioramento. L’invito è quello di non lasciare mai nulla di intentato per affermare la prevenzione quale obiettivo primario in ogni luogo di lavoro, per contrastare la piaga degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche».
Articolo del 20 luglio 2017 da L’Eco di Bergamo
Dopo la crisi degli anni precedenti le aziende metalmeccaniche bergamasche sembrano ripartite.
È quanto emerge dal 43° rapporto dell’Osservatorio sulla crisi e l’occupazione, presentato questa mattina a Milano. Promosso dalla FIM Lombardia, l’Osservatorio rileva sistematicamente i dati nelle circa 7.000 aziende industriali e con oltre 550.000 lavoratori della regione. L’elemento più significativo che emerge dall’analisi dei dati del 1° semestre 2017 è una forte contrazione delle imprese coinvolte da situazioni di crisi. Il numero è calato del 16,83% rispetto allo scorso semestre e del 51,80% rispetto allo stesso periodo del 2016. «Dal rapporto semestrale della FIM, infatti, si nota un calo delle aziende coinvolte nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, rispetto al semestre precedente, anche se alcune difficoltà permangono legate principalmente alla volatilità e competitività dei mercati, che ci portano a non abbassare la guardia – spiega Luca NBieri, segretario provinciale della Fim .
Anche la diminuzione dell’utilizzo della CIGS e CDS conferma, dopo le ristrutturazioni degli anni precedenti, una ritrovata stabilità produttiva rispetto al mutato scenario economico, anche se la recente riforma degli ammortizzatori sociali ne ha reso più difficile l’utilizzo, se non addirittura negato in alcuni casi, come nelle cessazioni di attività.
Nonostante i livelli occupazionali a Bergamo siano tornati a dati pre-crisi, dobbiamo evidenziare l’urgenza di introdurre politiche attive per favorire la riqualificazione, che tenga conto delle esigenze del mercato di lavoro e dei nuovi mestieri, e il ricollocamento del personale espulso dalle aziende attraverso una transazione da un posto di lavoro all’altro, oggi sempre più le politiche attive e la formazione professionale saranno il vero valore aggiunto per aziende e lavoratori.
Il settore auto è ripartito da tempo, come anche il settore valvole; segnali di miglioramento li riscontriamo anche nel settore agricolo, mentre permangono difficoltà nel settore “prima infanzia”. Grosse preoccupazioni permangono nel settore dell’artigianato, che dal 2017 è sprovvisto della cassa in deroga poiché non più finanziata, e seppur utile, resta insufficiente il FSBA, per la limitata copertura garantita ( 65 giorni lavorativi nel biennio). Diventa sempre più strategico che le parti sociali, Federmeccanica, FIM FIOM UILM , facciano partire a livello territoriale gli osservatori, per meglio comprendere andamento e prospettive del settore metalmeccanico bergamasco».
Comments Closed