Caro Operai Contro,
la maxi discarica di amianto a cielo aperto occupa 23 mila metri quadri, insieme a rifiuti infiammabili tra il cartello Modena Fiere e l’autostrada. Questa discarica non ha ancora “fatalmente” preso fuoco, come succede ormai con una certa frequenza (anche in questi giorni), alle discariche in ogni parte d’Italia. Come si dice, alla provvidenza non c’è limite e poi si sa che l’amianto è ignifugo per eccellenza. Un incendio dei materiali infiammabili potrebbe però servire a sollevare il caso facendolo diventare un’emergenza, e in quanto tale usufruire di una bonifica a carico del “fondo fatalità”, finanziato da denaro pubblico e non dai padroni responsabili (insieme ai loro politici) di aver creato un’altra piattaforma a cielo aperto di avvelenamento letale.
Lo smaltimento dei rifiuti tossici e le discariche, sono problemi creati dai padroni e dai loro politici.
Il Pd con i suoi governi, (Renzi poi Gentiloni), sembra aver trovato la soluzione con la formula: “una, dieci, cento, “terre dei fuochi”.
Saluti Bruno Casca
Invio articolo dalla Gazzetta di Modena
MODENA. Maxi discarica di amianto a cielo aperto. La vasta area utilizzata come discarica con sacchi anche aperti di materiale dannoso. La denuncia di “Mobastacemento. Le immagini sono molto eloquenti. Il monito vecchio stile sembra rivolto alle macchine che sfrecciano sull’Autosole: “Non è mica una gara!”, recita una grande scritta in bianco sul corpo centrale dell’edificio. Del resto l’autostrada corre proprio lì davanti, mentre dietro, pochi metri più in là, si staglia il cartello di Modena Fiere.
In mezzo, tra le migliaia di macchine che passano davanti alla Modena nord e il parcheggio della fiera, c’è un’area abbandonata di 23mila metri quadrati. In realtà qualcuno se ne ricorda ancora la ex Caviro di via Viazza di Ramo, come confermano i vestiti abbandonati – camicie, maglie e pantaloni lasciati non da troppo tempo davanti al cancello di ingresso, al civico 180 – e le tracce di appuntamenti notturni nel piazzale.
Le lastre di amianto fanno bella mostra nel piazzale della struttura abbandonata, mentre sui sacchi sono stati apposti dei nastri adesivi con la scritta “pericolo amianto”: nastri che ovviamente dovrebbero servire a tenere sigillati i sacchi, che però sono completamente squarciati, lasciando le lastre di amianto scoperte.
Ad attirare l’attenzione, però, nella enorme struttura dismessa che occupa il triangolo di terreno formato da viale Virgilio, via Viazza e l’autostrada, poco lontano dal ristorante “La Piola” e dall’autogrill a marchio “Eataly”, non sono tanto i resti dei bivacchi o le scritte, probabile ricordo di un’occupazione da parte degli autonomi: nel piazzale del grande complesso abbandonato ci sono una trentina di blocchi di amianto, contenuti in altrettanti sacchi sigillanti che però sono stati completamente squarciati dal tempo e della pioggia.
Così, le lastre di amianto – ogni blocco ne contiene almeno una decina, quindi in tutto parliamo di alcune centinaia di lastre, dalla classica forma ondulata e danneggiate in alcuni punti – che probabilmente sono state rimosse dal tetto di uno degli edifici che formano il grande complesso, fanno bella mostra nel piazzale della struttura abbandonata, mentre sui sacchi sono stati apposti dei nastri adesivi con la scritta “pericolo amianto”: nastri che ovviamente dovrebbero servire a tenere sigillati i sacchi, che però sono completamente squarciati, lasciando le lastre di amianto scoperte. Poco più in là, sempre all’interno del cancello, ci sono degli altri sacchi – una cinquantina – contenenti altro materiale e probabilmente aggiunti in un secondo momento, perché in questo caso i contenitori sono ancora intatti e sigillati. Difficile dire da quanto tempo sia lì quella distesa di amianto a cielo aperto, forse creata temporaneamente in attesa di smaltire il materiale in un luogo più consono: di certo, quelle lastre sono rimaste lì il tempo necessario a far logorare i sacchi, che in qualche caso sono completamente distrutti.
La situazione, denunciata sulla pagina Facebook “Mobastacemento – comitato salvaguardia Modena” – nata per contrastare il progetto di edificazione di 550 alloggi a Vaciglio e trasformatasi in una sorta di censimento dei luoghi abbandonati in città con il contributo dei cittadini – è stata segnalata anche alle forze dell’ordine, dunque è probabile che nei prossimi giorni venga fatto un sopralluogo in zona. Tornando ai bivacchi, i cancelli della struttura sono chiusi e i vestiti abbandonati si trovano all’esterno della proprietà, ma in alcuni punti, arrivando da viale Virgilio, la rete è stata danneggiata: è possibile che qualcuno sia riuscito ad entrare, anche perché superata la recinzione esterna non ci sono più ostacoli, e a restare lì.
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