Come avrete ormai saputo dagli organi di (dis)informazione, domenica mattina i quartieri sud di Livorno sono stati letteralmente affondati da più di 200 mm di pioggia, caduta in circa tre ore. La situazione è ancora molto difficile: ci sono strade bloccate nel quartiere di Collinaia, mentre Limoncino è irraggiungibile per due ponti crollati, Montenero bassa è ancora in emergenza così come le zone circostanti, e ci sono ancora grossi problemi su parte della Variante; anche Quercianella ha avuto danni con il ponte di Chioma crollato.
Questa prevedibile tragedia ha purtroppo fatto contare – al momento – quasi una decina di morti, quartieri inagibili e irraggiungibili, persone sfollate e tutto quello che potete facilmente immaginare in situazioni analoghe.
Ci è toccato apprendere che una famiglia è morta nell’appartamento semi-interrato di una villettina liberty, accanto alla quale è stato tombato (pare una decina di anni fa) un ruscello che era già esondato un paio di volte, cinquan’anni fa e nel 1990. Facile prevedere l’epilogo, durante il tremendo fortunale di domenica, e obbligatorio chiedersi chi ha avuto l’impudenza di mettere la firma sull’abitabilità di quel luogo “in-abitabile”.
Due parole su questa giunta di amministratori del disastro. L’attitudine burocratesca del sindaco ha toccato una vetta irraggiungibile, in queste ore di lutto e solidarietà attiva, scaricando il barile dei morti su un allarme “non adeguato”, e su una situazione “non prevista”: ma l’allerta arancione non è interpretabile, dato che prevede possibili danni e pericoli per strutture e persone. E in ogni caso, la stessa perturbazione in arrivo dalla Liguria e là classificata come allarme rosso, era stata prevista con un giorno d’anticipo da alcuni modelli meteo – notoriamente “cecchini” in casi simili, come Arome – scaricare potenzialmente più di 200 mm nel livornese. La meteo non è una scienza esatta: forse Nogarin quando esce in mare con la barca a vela pretende dai modelli meteo di sapere ore prima quando, come e dove la burrasca prevista arriverà, in modo da fare due bordi in più e aggirarla in slalom?!
Bastava dare un’occhiata al satellite intorno alle 22 per capire cosa ci stava arrivando addosso, mentre ora ci si limita a sostenere che “si è fatto quanto previsto dal protocollo”, che, ammesso e non concesso sia vero, non è certo difesa sufficiente quando tutto intorno (cielo compreso) facevano presagire qualcosa di diverso dal “previsto dalla burocrazia dei protocolli”.
E allora ci si dica una buona volta che la burocrazia, l’amministrazione, e tutte le belle retoriche democratiche sono inutili con sei morti, due dispersi e una città devastata!
La città è quindi in queste ore infangata da ben altro che l’acqua limacciosa dei ruscelli esondati e una parola in più la spendo volentieri anche riguardo alle ulteriori cazzate del sindaco 5stelle che ieri ha avuto il coraggio di gridare allo scandalo per la mancanza di prevenzione. Ma come?! Questa stessa giunta ha concordato con una cooperativa “rossa” pochi mesi fa lo sgombero degli orti autogestiti a difesa di una zona verde – una delle poche scampate alla cementificazione selvaggia di Livorno. E’ questa la prevenzione che l’idiozia a 5stelle vorrebbe “insegnarci” e farci ingoiare? Così, al prossimo inevitabile fortunale dovuto al riscaldamento globale, avremo morti anche ai piano terra dei palazzi di Via Goito! Con che faccia, con che credibilità questi imbecilli vengono a parlare, anzi, a insegnare che occorre fare prevenzione!
Infine, un piccolo appunto anche contro preti e affini.
La situazione più pesante è stata registrata a Montenero, zona collinare di Livorno, in passato devastata letteralmente da un’ondata di cemento senza precedenti, decisa in occasione del Giubileo 2000. I livornesi ricorderanno lo scempio del Terminal, destinato ad accogliere il flusso di pellegrini diretti al Santuario di Montenero. Un’opera inutilizzata e costata 580M di vecchie lire, di cui 380 finanziati dallo stato (cioè da noi) e 200 stanziati dal comune (cioè da noi). Ci siamo sputtanati mezzo miliardo per finanziare l’erosione del territorio e far fare quattrini con gadget e racconti folkloristici a viaggi organizzati “della fede”!
Il mio pensiero più forte, solidale e attivo, va alla mia città che in queste ore ricordo di amare profondamente, quando incontro agli angoli delle strade ragazzi sporchi di fango, donne libere che percorrono le strade allagate offrendo braccia e intelligenza, bambini che riescono a sorridere scherzando sui materassi bagnati ai margini di un marciapiede.
Chi ha bisogno di stato e amministratori?
I livornesi e le livornesi stanno dimostrando che si può fare di più e meglio contando solo sulla propria capacità di autogestione, così nell case occupate, così negli orti urbani, così nelle mense per disoccupati e precari, così nelle strade allagate.
Il futuro è già qui, del resto non sappiamo che farcene.
mg
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