Caro Operai Contro,
“Licenziati e riassunti, ma con meno soldi e tutele”. In agosto 46 lavoratori hanno ricevuto la lettera di licenziamento collettivo. Una cooperativa sarebbe disposta a riassumerli a condizioni ampiamente declassate. Dopo un mese di silenzio tombale, Cgil, Cisl, Uil, chiedono l’intervento della Regione, ventilando con una flemma da record, uno sciopero per il 26 settembre. Teresa Mennuni respondabile provinciale della Uil-Fpl dice: “se dovesse passare questa politica aziendale, di sicuro anche altri imprenditori seguiranno la stessa strada”. Sarà per questo che Cgil, Cisl, Uil, da un mese proseguono le trattative senza alcuna mobilitazione?
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Ti mando un articolo da Baritoday 13 settembre 2017
‘Santa Maria’, 46 ausiliari verso il licenziamento: “Riassunti ma demansionati, la Regione intervenga”. Il servizio affidato ad una ditta esterna che riassorbirà i lavoratori, ma a condizioni diverse. I sindacati chiedono l’intervento di Emiliano: “Specializzati e formati con corso regionale, si ritroveranno declassati. Inaccettabile consentire questa politica aziendale”
“Sono tutti ausiliari socio-sanitari specializzati addetti all’assistenza e hanno tutti l’attestato di OSS conseguito con corso regionale”, ma, se dovessero accettare la proposta dell’azienda, si ritroverebbero inquadrati come “semplici pulitori”, assunti da una cooperativa esterna. A spiegare la situazione che coinvolge 46 ausiliari in servizio presso la clinica ‘Santa Maria’, struttura acquista nel 2016 dal gruppo GVM, è Teresa Mennuni, referente provinciale della Uil-Fpl.
“Licenziati e riassunti, ma con meno soldi e tutele”
Ad agosto scorso i dipendenti hanno ricevuto una lettera di licenziamento collettivo. La società, infatti, avrebbe deciso di affidare il servizio ad una cooperativa esterna, che fa sempre capo allo stesso gruppo, che si farebbe carico di riassumere tutti i lavoratori. Il punto è che – denunciano lavoratori e sindacati – questo per i 46 ausiliari significherebbe ‘retrocedere’, sia in termini di qualifica che di stipendio. Non solo, dunque, “un demansionamento in termini di qualifiche”, ma, prosegue Mennuni “aumentano le ore lavorative (le 36 attuali contro le 40 del contratto del commercio), con corresponsione economica inferiore”. Senza contare che, con il passaggio, “i lavoratori perderebbero comunque le tutele dell’articolo 18. Non avrebbero più nessun paracadute. L’azienda in qualsiasi momento potrà dire: io non ho bisogno, ti mando a casa”.
Il nodo accreditamento e l’appello alla Regione. Lavoratori e sindacati invocano anche un intervento della Regione in questa vicenda. “Come sindacati stiamo scrivendo a Emiliano per chiedere un suo intervento – spiega Mennuni – perchè se dovesse passare questa politica aziendale, di sicuro anche altri imprenditori seguiranno la stessa strada”. “Questi sono dipendenti che hanno fatto un corso OSS con i fondi stanziati dalla Regione. Non si può formarli a spese della Regione e poi anziché riconoscerli nella qualifica propria, lasciare che vengano declassati”. Anche perchè la presenza degli ausiliari si ricollega alla questione accreditamento: “Per ottenere l’accreditamento di fascia A – ricorda Mennuni – è necessario che nella struttura privata accreditata siano presenti un certo numero di ausiliari per posti letto. E allora, se questa condizione viene meno, anche l’accreditamento deve essere modificato”.
Le trattative e lo sciopero
I colloqui tra sindacati e azienda finora non hanno portato ad alcun risultato. L’evoluzione della vicenda, dunque, sembra già certa. Un nuovo incontro si terrà domani, 14 settembre, presso la sede di Confindustria, ma con ogni probabilità non servirà a sbloccare la situazione. E Cgil, Cisl e Uil si preparano ad uno sciopero, che dovrebbe tenersi il giorno 26 settembre. Intanto tra i lavoratori cresce la preoccupazione: “Cambiando contratto possono cambiare tutto – dicono preoccupati – cambia lo stipendio, ma potrebbero anche spostarci dalla ‘Santa Maria’, chissà. Intanto continuiamo a lavorare, senza sapere nulla, senza avere nessuna notizia di quello che accadrà. Molti di noi sono monoreddito, hanno un mutuo, è una situazione davvero drammatica”. Il gruppo GVM, per il momento, non rilascia dichiarazioni sulla vicenda, attendendo l’evoluzione delle trattative ancora in corso.
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