per il dibattito
Un piccolo stop all’allegra finanza,
alla speculazione immobiliare selvaggia,
alla gentrification galoppante e alla militarizzazione dilagante
Sorvolo pietosamente sulle patetiche dichiarazioni dei politicanti milanesi (Sala), lombardi (Maroni) e romani (Gentiloni). Devo dire che tutti quei signori hanno avuto una bella faccia di tolla, quando han proposto per l’ Ema (Agenzia europea per i medicinali) una località dove si respira come in una camera a gas e una città che, salvo il «quadrilatero della moda» (dove si respira l’arroganza dei ricchi), si sgretola nel vero senso della parola. Strade e marciapiedi son pieni di buche, quando non sono bloccate dagli eterni lavori in corso. E quelle poche volte che piove, subito si allagano. I trasporti pubblici perdono i pezzi e vanno a singhiozzo, a causa del caotico traffico automobilistico, e per la truffaldina gestione dei signori dell’Atm. I taxisti sono spesso in sciopero, per far fronte all’incombente liberalizzazione (uberizzazione). E qui mi fermo.
Dall’intrallazzo Ema, ci avrebbero tratto vantaggio, oltre ai soliti noti (Banchieri&Immobiliaristi), affittacamere (il B&B sta dilagando!), osti improvvisati che, sull’onda di Eataly del furbo Farinetti, ammorban le strade col lezzo di cibi scadenti.
Ema avrebbe dato un forte impulso all’affarismo sanitario lombardo, dove Lega, Forza Italia e Compagnia delle Opere mangiano a quattro palmenti (vedi ospedale San Raffaele: Formigoni-Maugeri ecc. ecc.). Ci avrebbe lucrato tutto il sottobosco politicante, in primis Pd, con il Vago Rettore e i suoi faraonici progetti per una nuova Città Studi.
Se lo sporco affare dell’Ema fosse andato in porto, per collocare gli attuali occupanti del Pirellone (circa 400, Corsera, 02/07/2017), avrebbero dovuto dare il via a un nuovo mostro verticale. A tutto danno dell’ambiente milanese e di coloro che, a causa della conseguente crescita delle rendite immobiliari (e quindi degli affitti), non riescono a trovare un tetto. E dormono per le vie (anche quando piove).
Infine, col Pirellone prospiciente la Stazione Centrale, la militarizzazione della piazza avrebbe avuto un bel giro di vite, scacciando quei pochi profughi che vi trovano una stentata socializzazione, tra retate e soprusi polizieschi.
Questa è Milano: anche senza l’Ema, fa cagare.
PS – L’Expo ha dato il via alla costruzione di grattacieli che, fino ad allora (2006), era stata limitata. La limitazione nasceva da problemi tecnici e strutturali: pochi metri sotto la superficie della città c’è la falda freatica e inoltre, poiché anticamente la pianura Padana era un mare, è assente una base rocciosa in profondità. L’aumento della popolazione nell’ultimo secolo e il conseguente aumento dell’estrazione dell’acqua ha abbassato la superficie della falda, aumentando i rischi di compattazione differenziale del sottosuolo. Di conseguenza, una costruzione molto alta e molto pesante potrebbe non essere sopportata dal terreno in modo egualitario col rischio di cedere. Il rischio può essere affrontato con particolari tecnologie per le fondamenta degli edifici che, però, non escludono costanti monitoraggi tramite dispositivi nei sotterranei. Ovviamente, questi tutti provvedimenti hanno un costo che, oggi, i vertiginosi profitti della speculazione immobiliare rendono affrontabile. Per oggi.
Dino Erba, Milano, 21 novembre 2017.
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