Caro Operai Contro,
l’Istat fa sapere che nel 2017 la produzione industriale è aumentata + 3% sul 2016. Sempre l’Istat rimarca che si tratta di una crescita quasi doppia rispetto al 2016, +1,7% sul 2015. Come si è realizzato questo aumento? I ritmi e l’intensità lavorativa come sono stati? Quante ore di lavoro ci sono volute: di più, di meno, le stesse? Il numero degli operai impiegati è stato lo stesso, oppure di più o di meno? Si è trattato di un aumento della produzione o della produttività? E la massa dei salari come è andata rispetto all’aumento della produzione o produttività?
L’Istat non fornisce nessuno di questi dati, ma solo i risultati per compiacere e galvanizzare i padroni ed il loro governo Gentiloni. I dati taciuti dall’Istat nascondono un generalizzato aumento dello sfruttamento degli operai, siano essi rimasti nel ciclo produttivo, oppure usciti/entrati o viceversa.
Saluti O.V.
Allego ANSA Febbraio 2018
Nell’intero 2017 la produzione industriale cresce del 3% rispetto all’anno precedente nei dati corretti per gli effetti di calendario (+2,5% la crescita secondo i dati grezzi). Lo rileva l’Istat spiegando che la produzione accelera verso la fine dell’anno (a dicembre rispettivamente +4,9% il dato corretto per il calendario e -1,3% il dato grezzo rispetto a un anno prima).
La crescita della produzione industriale è quasi doppia rispetto a quella segnata nel 2016 (era +1,7% sul 2015). A dicembre sempre l’indice destagionalizzato ha segnato una crescita dell’1,6% rispetto a novembre e del 4,9% su base annua nei dati corretti per gli effetti di calendario (-1,3% nei dati grezzi). L’indice destagionalizzato mensile (99,3) è il più alto da agosto 2011 (quando era 102,6). A trainare la crescita tendenziale è l’aumento significativo dei beni strumentali (+9,1%), seguono i beni intermedi (+5,7%) e quelli di consumo (+5,5%).
A dicembre 2017, l’indice destagionalizzato della produzione industriale segna una crescita dell’1,6% rispetto a novembre e del 4,9% su base annua nei dati corretti per gli effetti di calendario (-1,3% nei dati grezzi). Lo rileva l’Istat segnalando che l’indice destagionalizzato mensile (99,3) è il più alto da agosto 2011 (quando era 102,6). A trainare la crescita tendenziale è l’aumento significativo dei beni strumentali (+9,1%), seguono i beni intermedi (+5,7%) e quelli di consumo (+5,5%).
Il comparto che registra la maggiore crescita tendenziale è quello della fabbricazione di macchinari e attrezzature che segna un aumento del 15,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat segnalando che, nei dati corretti per l’effetto di calendario, la crescita del settore in tutto il 2017 è stata del 3,7% (non quindi molto più alta di quella della produzione industriale in generale che segna +3%), ma ad essere interessante è la “forte accelerazione” che ha caratterizzato la produzione di macchinari e utensili nel corso dell’anno. Se infatti il settore è partito abbastanza debole nel primo semestre del 2017, nel 3° trimestre è cresciuto del 5,8% e nel 4° del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il fenomeno potrebbe essere collegato all’arrivo degli effetti dagli incentivi del piano Industria 4.0.
Calenda, ha ingranato marcia giusta – La crescita della produzione industriale nel 2017, “che è quasi raddoppiata rispetto a quella del 2016 ed è superiore alla Francia, insieme a quella dell’export che sfiora l’8%, sorpassando Francia e Germania, e quella presentata ieri degli ordinativi di beni 4.0 delle nostre imprese dell’11% dimostra che l’industria italiana ha finalmente ingranato la marcia giusta. La strada – dice ancora il ministro – è ancora lunga per diffondere lavoro, reddito e benessere a tutto il paese”.
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