L’ISTAT recita: “La produttività dell’intera economia italiana rialza la testa, mettendo a segno nel 2017 un rialzo dello 0,9% dopo il calo dell’anno precedente. Riparte la produttività del lavoro, considerata l’anello debole del sistema. Ora l’indicatore, calcolato come valore aggiunto per ora lavorata, sale dello 0,7%, il tasso più alto dopo il 2013. E intanto accelera anche la produttività del capitale (+1,4%).” Produttività dell’economia, produttività del capitale. Non so dire cosa sia. Per la produttività del lavoro, sarebbe meglio parlare della produttività della forza lavoro o meglio della produttività dell’operaio.
Che cos’è la produttività del lavoro. I pennivendoli dei padroni che amano definirsi esperti di economia ci spiegano: ” Se si riescono a coprire più chilometri con la stessa quantità di benzina significa che la produttività del motore, cioè della forza lavoro, sono incrementate.
Ora l’Istat calcola la produttività del lavoro come valore aggiunto per ora lavorata.
Cioè in un’ora di lavoro, aumenta il valore aggiunto. Cioè aumenta il valore creato dall’operaio e di cui è proprietario il padrone.
Aumento della produttività del lavoro, vuol dire semplicemente aumento dello sfruttamento degli operai.
I padroni estorcono dagli operai in un’ora più valore aggiunto.
Oppure i padroni con un numero minore di operai hanno un aumento di produzione
Capisco allora perchè sono contenti. Capisco perchè politici e sindacati gioiscono per l’aumento di produttività.
Un operaio
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