i sindacati hanno salvato gli schiavi salariati dell’Embraco. Potranno continuare a produrre profitti per un nuovo padrone. Lo affermano Fiom e Uilm, sottolineando che al ministero dello Sviluppo economico sono stati presentati due piani di reindustrializzazione della fabbrica.
Il primo piano, affermano i sindacati, “fa capo alla israelo-cinese Ventures Production, una società neocostituita composta all’85% da Ventures Srl e al 15% da Guangdong Electric.. Nel complesso, “la società conta di occupare un totale di 474 lavoratori a regime dopo il 2020: 90 saranno assunti nelle prossime settimane, 372 totali entro giugno 2020. Il periodo da giugno 2018 allo stesso mese del 2020 sarà coperto con l’uso degli ammortizzatori sociali”.
Il secondo progetto è della Astelav di Vinovo (Torino), “società specializzata nella commercializzazione di ricambi per elettrodomestici con 55 dipendenti, amplierà la propria attività in un’area di 6 mila metri quadrati, dove occuperà 30 lavoratori più altri 10 nel giro di un anno, e dove l’attività partirà nel giro di due mesi per arrivare a regime entro quattro mesi, con un potenziale massimo di 50 mila pezzi all’anno”.
I sindacalisti sono felici. Con un po di chiacchiere sono riusciti a bloccare gli operai.
A Termini Imerese la reindustrializzazione è fallita. All’Alcoa i tempi si allungano.
Gli unici che riescono a conservare il posto e lo stipendio sono i sindacalisti.
Un operaio ex Fiat
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