I sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e Usb, hanno proclamato per l’11 settembre uno sciopero in tutti gli stabilimenti Ilva per protestare contro la mancata convocazione da parte del Governo. «Attendiamo notizie dal 6 agosto», scrivono Fim-Cisl, Fiom-Cgil Uil e Usb ” le risorse finanziarie sono ormai quasi esaurite e il 15 scade l’amministrazione straordinaria».
Intanto poche ore dopo, i sindacati – comprese le segreterie generali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb – hanno ricevuto dal ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio la lettera di convocazione del tavolo sull’Ilva per il 5 settembre nel primo pomeriggio al ministero. Al tavolo parteciperanno la società AmInvestco, i commissari straordinari dell’Ilva e, oltre a tutti ai segretari generali e ai sindacati metalmeccanici, anche i rappresentati dei lavoratori chimici e del trasporto interessati alla vicenda per l’indotto. Convocata anche Federmanager
Il ministro Di Maio ha assicurato che l’amministrazione controllata non verrà prorogata. Ricomincia il confronto sugli esuberi. Per i sindacati bisogna garantire tutele e garanzie per tutti gli attuali 13.700 dipendenti. Mentre AmInvestco insiste sui 10.500 occupati a fine piano industriale.
I sindacati hanno già fatto ingoiare agli operai bocconi più amari. Al solito si metteranno d’accordo con prepensionamenti e uscite anticipate.
Intanto ci costringeranno a lavorare con la morte sulle spalle per noi, le nostre famiglie.
Il ministero dell’Ambiente ancora una volta stabilirà una serie di “garanzie” che andrebbero inserite affinché i parchi minerali vengano realizzati nel più breve tempo possibile, non consentendo alle polveri inquinanti di compromettere la salute dei cittadini.
I padroni,il loro governo e i sindacati, giocando sul ricatto “posto di lavoro o salute” ci costringeranno a produrre profitti con la morte sulle spalle.
Basta abbiamo prodotto profitti che bastano a pagare per cento anni il salario agli operai dell’ILVA e dell’indotto.
Basta con gli imbrogli
Un operaio dell’ILVA
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