In Umbria i risultati elettorali sono chiari. Artigiani, bottegai e piccoli padroncini hanno votato a grande maggioranza Lega. Pd e 5stelle, per quanto cerchino di rassicurarli, non danno le stesse garanzie a poter continuare a truccare bilanci, non pagare le tasse dovute, ecc. Il lavoro dipendente a bassi salari non partecipa, non vota, non si fa sfruttare elettoralmente.
Caro Operai Contro,
ci sono tutti i 20 punti in più del centrodestra sul centrosinistra, nelle elezioni regionali in Umbria. Ad essere falsate sono le percentuali. Il 57% del centrodestra e il 37% del centrosinistra, sono percentuali pompate, perché non tengono conto del 35,6% di astensionismo, ossia degli elettori aventi diritto che hanno disertato le urne. Percentuali quindi che vanno sgonfiate dal 35,6% di non votanti.
Come vanno riposizionate le pretese di quanti sostengono vi sia stato un aumento dell’affluenza alle urne, perché rispetto al 2015 avrebbe votato il 9% in più di elettori, 63 mila.
Non si vuole vedere che dopo il 2015, anche in Umbria il partito dell’astensione è in continua crescita. Un gran numero di operai e strati poveri che non riconosce l’inganno delle elezioni borghesi, un fiume in piena che s’ingrossa sempre più: dal 21,8% delle politiche 2018, al 32,3% delle europee 2019, e ancora in crescita, al 35,6% alle regionali di domenica scorsa.
La Lega ha perso 1,2 punti in percentuale, ma ha pienamente confermato il successo delle europee di maggio, quando era balzata dal 20,2 delle politiche del 2018, al 38,2%.
La vera novità è stata la Meloni che, con Fratelli d’Italia rispetto le europee di 6 mesi fa, ha incassato un incremento del 57,6%, arrivando al 10,4%, rispetto il 6,6% delle europee di 6 mesi fa.
La riconferma della Lega rispetto 6 mesi fa, è un trionfo per Salvini, dovuto principalmente ai 200 mila fra artigiani, bottegai, piccoli padroncini, che in Umbria gli hanno riconfermato il voto, incazzati non tanto e solo per la giravolta di Di Maio, ma perché il governo Conte 2, con la manovra finanziaria metteva in discussione il taglio delle tasse e le agevolazioni fiscali, in parte già decise col 1° governo Conte con la Lega al governo. Misure fiscali a favore di artigiani e bottegai, fra le quali le partite Iva fino ai 65 mila euro, e anche quelle fino a 100 mila euro.
Ora sentitosi chiamato in causa dai suoi elettori, Di Maio ha preteso che anche il nuovo governo, con il Pd come alleato, mantenesse quegli impegni, riuscendoci in parte. Ma molti elettori 5 Stelle hanno girato le spalle al loro partito, per aver fatto il governo con il Pd, ma soprattutto perché la manovra finanziaria, poi modificata, li toccava nel vivo del portafogli. Hanno votato Lega, compensando molti voti che dalla Lega, sono andati a Fratelli d’Italia.
A far crescere l’astensionismo alle elezioni umbre, ha contribuito anche la politica sui migranti del governo Conte 2, rivelatasi non tanto diversa da quella spudoratamente discriminatoria e razzista condotta da Salvini nel precedente governo.
Allora il Pd sembrava avesse in serbo chissà quali soluzioni politiche per i migranti, così ha dato ad intendere fino lo scorso settembre quando si è formato il nuovo governo. Invece Da settembre ad oggi, come detto, poco o nulla è cambiato sotto il sole.
104 naufraghi tenuti in mare per 11 giorni sulla Ocean Viking prima di farli sbarcare, cioè prima che fosse deciso come andassero divisi fra i paesi europei.
Altri 90 naufraghi sono sulla Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca contro la quale la guardia costiera libica, ha sparato colpi di avvertimento, e altri 15 naufraghi sono sulla Open Arms.
Per i 5 Stelle è tutto regolare. Già lo facevano quando erano al governo con Salvini. Ora sono alleati con il Pd, ma la musica non è tanto cambiata e, cosa non meno grave, il 2° governo Conte si prepara a rinnovare gli accordi che danno soldi, motovedette, jepp, addestramenti e sostegno logistico per il controllo dei migranti al governo di Fayez al Serraj, riconosciuto dall’Onu, ma esposto agli attacchi militari del generale Khalifa Belqasim Haftar, sostenuto dalla Francia e poco osteggiato dagli Usa.
Da sempre sulla Libia il governo italiano deve fare i conti anche col governo Usa, anche se sottaciuto dagli “scopritori” che gli immigrati sono un problema che deve investire non solo l’Italia, ma tutti i paesi della Unione Europea. L’America no?
Saluti Oxervator
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