Dai grandi distributori ai piccoli e medi commercianti è partita la speculazione sui prezzi dei prodotti di prima prevenzione, prima il profitto e poi la salute pubblica, eppure sono presentati come i pilastri economici della società e accarezzati da tutti per prendere voti. Gli operai devono imparare con chi hanno a che fare.
Caro Operai Contro, c’era da aspettarselo! I padroni misurano l’epidemia del Coronavirus e le misure per fronteggiarla sulla base dei loro guadagni. Dopo solo una settimana sono a chiedere soldi allo Stato, permessi per costringere i propri dipendenti a lavorare col pericolo del contagio, quando invece non usano lo spauracchio del virus per lasciare a casa migliaia di operai con un salario tagliato dalla cassa integrazione.
Intanto continua lo scandalo dei prezzi sanitari gonfiati. Premesso che i seguenti prodotti non sempre si trovano, le mascherine ffp3 sono aumentate da 3 euro a 20 euro l’una (più 566%). L’Amuchina è più che raddoppiata da 13,50 a 30 euro la confezione (più 122%). Flaconcini di disinfettanti da 80 ml, che si trovavano ovunque a 3 euro, sono schizzati a 30 euro l’uno, con un incremento del 900%. Stesso discorso per altri disinfettanti gel e mascherine di altri tipi.
Questi sono i prezzi su Amazon, escluso il costo di spedizione, anch’esso “ricaricato” dal virus. Ancora più salati su altre piattaforme come eBay, e Subito.it.
Bottegai, commercianti e piattaforme internet hanno alzato in modo esorbitante i prezzi dei prodotti basilari di prevenzione del Coronavirus e legalmente li vendono alla luce del sole, come la cosa più pacifica di questo mondo.
Le aziende farmaceutiche assicurano che i loro prezzi sono invariati, come comunica la Angelini Pharma: “Opportuno precisare che il prezzo ai propri canali diretti di tutti i prodotti a marchio Amuchina è rimasto invariato e non ha subito alcuna variazione rispetto al periodo pre-epidemia da coronavirus”.
Invariati i prezzi alla produzione, è lecito constatare che nel circuito commerciale che si è scatenato lo sciacallaggio, sull’aumento della domanda dei prodotti di prima necessità, per affrontare l’emergenza sanitaria del Coronavirus.
Il governo Conte bis nulla sta facendo per stroncare l’impennata di questi prezzi. Nulla per consentire soprattutto ai redditi bassi e ai disoccupati nelle aree colpite, di usufruirne gratuitamente.
Mentre i pescecani del commercio traggono alti profitti con questa bomba speculativa è intervenuta a nome del governo il viceministro dell’economia Laura Castelli, non per fermare la rapina già operante, ma per eventualmente evitarla: “Stiamo vagliando l’ipotesi di adottare norme per contenere i prezzi di disinfettanti e mascherine, per evitare aumenti ingiustificati”. Insomma per il governo Conte bis, non c’è stato ancora alcun aumento!
Federconsumatori ha segnalato i rincari all’Antitrust, che vigila sulle pratiche commerciali scorrette. Per Codacons – un’altra associazione dei consumatori – “le speculazioni sono al limite della truffa” e annuncia di sporgere denuncia. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di “manovre speculative”, peccato che il fascicolo sia a carico di ignoti.
Dall’Agicom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e dall’Aifa, (Agenzia italiana del farmaco) non si registrano finora azioni o prese di posizioni. Sembrano accreditare la “legge della domanda e dell’offerta”, che si è innescata e viaggia spedita, con la colossale speculazione sui prodotti sanitari basilari alla prevenzione dal Covid-19, nome generico: Coronavirus.
Dopo la messa in quarantena di 10 comuni in Lombardia, imposto l’isolamento agli infettati dal virus, decretato e messo in stato d’assedio le “zone rosse”, è assurdo che si debbano pagare (quando si trovano) mascherine, Amuchina e altri disinfettanti. In più bisogna addirittura pagare il “pizzo”, ovvero il sovraprezzo che bottegai di ogni risma e tipo, ricaricano approfittando dell’emergenza sanitaria, senza che nessuno intervenga.
Lo possono fare perché questi sono i famosi commercianti e bottegai grandi e piccoli, dalle piattaforme in internet, al supermercato, al negozio di quartiere, che hanno i loro padrini chi nei partiti di governo, chi nei partiti dell’opposizione e chi all’occorrenza, salta sul cavallo che più gli fa comodo: da Renzi a Salvini, da Di Maio a Zingaretti, dalla Meloni a Calenda, esponenti dei partiti che corteggiano queste fasce delle classi medie, perché sono una grande riserva di voti alle elezioni.
Il servizio sanitario nazionale, su disposizione del governo, intanto non sottopone ai controlli diagnostici nemmeno tutti coloro che frequentano o hanno frequentato ambienti dove si sono manifestati casi positivi al tampone. E non c’è partito dell’arco parlamentare, sindacato vecchio o nuovo, associazione dei consumatori, che rivendichi questa primaria misura cautelativa. Prima i profitti e poi la salute dei positivi al corona virus.
Saluti Oxervator
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