Conte ha la piena responsabilità di non aver fermato le fabbriche all’inizio. Ha servito gli interessi dei padroni grandi e piccoli, della Confindustria sacrificando operai e lavoratori. Per tutto questo pagherà un conto salato
Caro
Operai Contro,
le carrozze del metrò di Milano affollate,
altro che un metro di distanza di sicurezza! Altro che mascherine,
introvabili perfino nelle farmacie! Hanno costretto quasi 9 milioni
di operai e lavoratori dipendenti (pubblici e privati), a lavorare
nonostante l’emergenza sanitaria, ed il taglio dei treni li
costringe a viaggiare stipati. Cosa si aspettavano, che questi
lavoratori volassero per non estendere il contagio?
Il governo
Conte bis, prima di dichiarare il 21 marzo: “di chiudere tutte le
attività produttive non strettamente necessarie”, dal 23 marzo al
3 aprile, aveva tentato di invogliare quei 9 milioni di operai e
lavoratori dipendenti, a restare al lavoro, non assentarsi per
malattia, ferie o permessi vari, stanziando con l’art. 63 del
decreto Cura Italia, un “premio” di 100 euro ragguagliate alla
presenza effettiva (non vale per lo Smart Working), non soggetto a
tasse, da erogare nelle buste paga di aprile ai dipendenti pubblici e
privati con redditi sotto i 40 mila euro. 100 euro come incentivo per
lavorare a rischio contagio Covid-19.
Da 2 settimane migliaia di
operai in centinaia di fabbriche, fanno pressione con scioperi e
proteste, sui rispettivi padroni chiedendo la sospensione
dell’attività produttive. Ma anche dopo l’ultima dichiarazione
di Conte, non è chiaro se le fabbriche e le attività non
indispensabili si fermeranno. Questo il passaggio emblematico di
Conte: “Consentiremo le attività produttive importanti per
l’economia nazionale”. Quali sarebbero? Le fabbriche e le
attività non indispensabili resteranno finalmente
chiuse?
L’ossessivo appello in tivù di starsene a casa, gira
in tivù come un rullo compressore in tutti i programmi, comprese
pause pubblicitarie, lanciato dal capo del governo Conte bis, ripreso
da esponenti di tutte le istituzioni, politici, virologi medici e
infermieri, gente dello spettacolo, dello sport, ecc.
“Troppa
gente in giro, state a casa”. Un appello che avrebbe senso se tutti
lo potessero fare, (a parte le attività indispensabili). Invece
risulta ipocrita e stridente considerando che 9 milioni di operai e
lavoratori dipendenti, sono stati costretti a lavorare.
Lo stop
produttivo a salvaguardia della vita degli operai e dei dipendenti,
non è stato decretato finora neanche nei vari paesi dell’Unione
europea. L’Ue chiamata in causa dal governo Conte e
dall’opposizione, è intervenuta promettendo denari per finanziare
banche e padroni, nei paesi dell’Ue colpiti dal Covid-19.
Un
intervento arrivato solo dopo che il contagio del virus, si è
rivelato dirompente non solo in Italia, ma anche in altri paesi
europei, e dopo che un primo stanziamento in questo senso, è stato
già deciso dal governo nazionale Conte bis.
Gli interessi
dell’economia capitalistica, non conoscono frontiere e confini
nazionali neanche con il Covid-19. Interesse sia del singolo
capitalista che (vedi il caso delle mascherine), le produce in Italia
ma li vende all’estero al miglior offerente; sia dei capitalisti
coalizzati (vedi Confindustria, articolo qui pubblicato “Sono loro
gli untori”); sia al capitalista collettivo ossia lo Stato, che
rappresenta e difende gli interessi della classe dominante, quella
dei padroni: la borghesia, (vedi lo Stato che non chiude le fabbriche
rischiando un contagio di massa, perché i padroni con in testa
Confindustria non vogliono).
Il governo Conte bis per
assecondare gli interessi dei padroni, non ha bloccato subito tutte
le attività permettendo alla pandemia del Covid-19 di procedere a
ritmi esponenziali, con numeri sconvolgenti di morti e contagiati.
Vista anche l’ambiguità del comunicato di Conte, come operai
dobbiamo continuare a rivendicare il blocco delle fabbriche e di
tutte le attività non indispensabili. Dobbiamo denunciare il
nazionalismo di stringerci intorno alla bandiera, un appello che mira
a farci abbracciare gli interessi del padrone, oggi col Covid-19 e
domani quando sarà passato. Una campagna nazionalista che fra
l’altro produce mostri, al canto di “fratelli d’Italia siam
pronti alla morte” sembrano non aspettare altro che andare in
camera di rianimazione.
Il governo Conte bis è il continuatore
dei governi dei padroni finora succedutisi, di centro destra e di
centrosinistra. Oggi è lui il rappresentante dei colossali tagli
alla sanità, (37 miliardi dal 2010 al 2019 con un crollo dei posti
letto e del personale sanitario), tagli per i quali ora il sistema
sanitario non è in grado di rispondere all’emergenza Covid-19,
della chiusura di tanti ospedali, di tanti altri trasformati in
lazzaretti, e delle lunghe liste di attesa per visite ed esami.
Problemi che non hanno padroni e borghesi, che hanno i soldi per
curarsi privatamente.
Saluti Oxervator
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