Muoiono gli operatori dei call-center mentre il governo considera il loro lavoro “essenziale”. Da qui una critica demolitoria di una disoccupata, operatrice del settore sulla realtà che stanno e stiamo vivendo
Il 22 marzo muore di contagio da corona virus Emanuele. Lavorava in un call- center per una commessa Tim a Roma, alle dipendenze della Youtility Center – Gruppo Distribuzione S.p.A. Pochi giorni prima, a Milano un altro operatore di call- center muore per contagio da Covid19, lavorava alla COVISIAN SPA. Queste 2 ditte sono realtà aziendali simili a Comdata Group, un azienda di contact-center che la vita di precaria mi ha fatto conoscere dall’interno, lavorando come operatrice di call-center per il sito di Ivrea, la sede nata nel 2002 dalla joint venture con Olivetti- Tecnost . COMDATA è un colosso di circa 42 mila dipendenti, lavoratori divisi da bandiere di nazioni differenti ma uniti dallo stesso padrone. Solo nell’eporediese arriva a contare circa 1000 unita, quando è a pieno regime. Multinazionali simili tra loro nelle modalità, nelle azioni di rapina e sfruttamento; simili anche nelle operazioni di procacciamento d’affari, unite da un uguale spirito di conquista nel mercato, nazionale e internazionale. Ad unire queste tre realtà, oggi, anche il corona virus: la sede COMDATA di Ivrea vede attualmente 4 contagiati. Questi 2 operatori di call-center sono morti mentre il governo stabiliva che l’Attività di Call-Center deve essere considerato “servizio essenziale” (DL 21 Marzo 2020). …
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