I prezzi aumentano, i mesi di salario ridotto dalla cassintegrazione non si contano più, gli aumenti sono bloccati: l’elemosina di luglio non salverà gli operai dalla miseria d’autunno.
Caro
Operai Contro,
i salari sono fermi da anni, mentre aumentano i
prezzi degli alimentari di prima necessità. E’ la GDO (Grande
Distribuzione Organizzata) a dettare legge nel settore e incassare i
maggior guadagni.
Le “offerte” e le “promozioni” che
usano i supermercati per attirare i clienti contesi dalla
concorrenza, sono un vecchio gioco. Per un prodotto primario
scontato, cercano di rifilartene un altro scontato, ma non di prima
necessità.
“Promozioni” e “offerte” non sono mai
omogenee di ciò che riguarda gli alimentari. Con il latte “scontato”
trovi anche la candeggina, ma se metti in casa un litro di latte in
più, non ha senso farlo con la candeggina, perché quei soldi ti
servono nei giorni seguenti proprio per i prodotti di prima
necessità. Anche perché in certi supermercati, il pane comprato
ieri non lo puoi mangiare oggi, è duro come il muro. Il pane
raffermo è diventato un privilegio, lo devi pagare di più quando lo
compri fresco, se no il giorno dopo è di sasso, la scadenza-lampo la
senti direttamente sotto i denti.
Da una parte la GDO impone i
prezzi ai produttori dai quali compra i prodotti alimentari, (sia
direttamente, sia passando dalla filiera) dall’altro lato gioca di
giorno in giorno, sui prezzi degli stessi prodotti esposti alla
vendita nei supermercati, azzerando o riducendo al minimo
l’invenduto, assicurandosi il massimo del guadagno.
A maggio
2020 l’inflazione torna negativa (meno 0,2%) dopo 4 anni,
dall’ottobre del 2016. Ma questa deflazione non da sollievo al
potere d’acquisto del salario operaio, perché i prezzi del
carrello della spesa, (beni alimentari di prima necessità e beni per
la cura della casa e della persona) in pochi mesi, da un rialzo annuo
registrato a febbraio dello 0,3%, sono più che triplicati a marzo,
segnando un più 1%, saliti al 2,5% di aprile, per attestarsi a
maggio a più 2,6%.
Ma al di là dell’Istat, con il carrello
della spesa alla mano, prima del Covid, una famiglia di 4 persone
spendeva per fare la spesa completa anche di carne e pesce, la stessa
cifra che spende oggi, con la differenza che oggi restano fuori dalla
spesa la carne e il pesce.
La prima ed elementare considerazione
è: ma il sindacato che dovrebbe difendere i salari non se ne è
accorto? I sindacalisti non vanno a fare la spesa?
Mentre i
prezzi aumentano con i salari fermi, la cassaintegrazione si
protrarrà anche nei prossimi mesi, non si conosce il numero esatto
dei cassaintegrati, si parla dai 9 agli 11 milioni, che continueranno
a perdere ogni mese tra il 30% e il 40% del salario. Non va meglio
per 40 mila lavoratori con in testa precari e stagionali, licenziati
a marzo per motivi economici, in spregio al decreto Cura Italia che
lo vieta. Una trasgressione in piena regola che a differenza di altri
casi ben diversi, non allarma nessun giudice e non allerta nessuna
istituzione.
La
GDO aumenta i prezzi di tutti i generi di prima necessità, vuole
recuperare essenzialmente, sui consumi di base, sul cibo, i profitti
che durante il lockdown ha perso su tutta la gamma dei prodotti non
alimentari. Come dimostrano gli stessi dati dell’Istat, del
commercio al dettaglio mese per mese fino aprile 2020, ultimo dato
disponibile.
Gennaio 2020. Vendita alimentari, più 0,8%, sia
per “volume” che per “valore”, (parametri usati
dall’Istat).Vendita non alimentari, cala dello 0,3% in volume e
dello 0,4% in valore.
Febbraio 2020. Vendita alimentari, più
1,1% in volume ed in valore. Vendita non alimentari più 0,6% in
volume, più 0,5% in valore, (la metà circa degli alimentari).
Marzo
2020. Vendita alimentari, meno 0,4% sia in volume che in valore.
Vendita non alimentari (batosta) meno 21,3% in volume, meno 20,5% in
valore.
Aprile 2020. Vendita alimentari, più 0,4% in volume,
più 0,6% in valore. Vendita non alimentari (altra batosta) meno 24,5
in volume, meno 24% in valore.
Non ancora disponibili i dati di
maggio e giugno.
Il governo promette per luglio
un’elemosina di sconto fiscale in busta paga. E il sindacato che
dovrebbe difendere i salari che fa? Forse è il caso di recarsi in
massa nelle sedi sindacali a pretendere un cambio di marcia e di
obbiettivi. Oppure dimissioni.
Saluti Angela L.
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