Oggi 9 giugno, un nuovo sciopero alla Stellantis Carrozzerie di Mirafiori contro le condizioni di lavoro sulle linee diventate insopportabili. La novità è che questo sciopero ne segue un altro di dieci giorni fa, oltre a quello di Pomigliano della settimana scorsa, in aggiunta alle proteste degli operai della Stellantis di Melfi. E’ tutto frutto della spinta operaia, anche se i capi sindacali se ne assumono la paternità cercando di incanalare ogni cosa nel solito calderone degli incontri su piani industriali e promesse da marinaio di buone prospettive future. La realtà è che sulle linee non si riesce a respirare dal caldo, la pressione sui ritmi toglie ogni forza, e tanti compagni sono a casa in cassa integrazione a salario ridotto. Contro questa situazione sono iniziati i primi scioperi che sono rimbalzati da uno stabilimento all’altro e ci sono tutte le condizioni affinchè si sviluppino ancora. Gli operai di massa dell’industria automobilistica hanno sempre dato storicamente il segnale di inizio di un nuovo ciclo di lotte, per non farsi schiacciare dal padrone, oltre il sindacalismo collaborazionista. Che sia così anche questa volta è una necessità sentita da tutti gli operai, schiacciati dai bassi salari, ricattati per lavorare, esposti agli infortuni fino alla morte.
Da TorinoToday del 9/6/2022
Stellantis, clima bollente a Mirafiori: operai incrociano le braccia e scendono in strada
Il motivo della protesta sono le condizioni di lavoro
Clima bollente alle carrozzerie di Mirafiori dove 200 operai questa mattina sono scesi in strada per scioperare. Si tratta della seconda volta che incrociano le braccia nel giro di pochi giorni, la precedente mobilitazione era stata solamente dieci giorni fa.
“Facciamo un appello al buon senso. Le persone non fanno sciopero se non ci sono forti motivazioni”, hanno commentato Edi Lazzi, segretario generale della FIOM CGIL di Torino, e Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom-Cgil, “Per arrivare a questo punto vuol dire che l’elastico è stato tirato troppo da parte dell’azienda che a questo punto deve convocare i rappresentanti sindacali e discutere con loro le soluzioni da adottare”.
Alla base della protesta ci sono le condizioni di lavoro sulla linea della 500 elettrica che sarebbero “insopportabili” e “i carichi di lavoro troppo elevati anche causati dall’organico ormai ridotto ai minimi termini”.
“Tutti i nodi iniziano ad arrivare al pettine”, ha commentato qualche giorno Edi Lazzi parlando della questione, “Non è possibile andare avanti in questo modo, tra la cassa integrazione – che comunque sta continuando – e la produzione che quando va un minimo al rialzo, subito fa aumentare a dismisura i carichi di lavoro che diventano insopportabili per gli operai. Questo accade a causa degli organici ridotti al lumicino per le numerosissime fuoriuscite di lavoratori che ci sono state in questi mesi. Mirafiori va rilanciata, non serve continuare ad andare avanti con questa gestione scellerata, serve un piano complessivo, fatto di nuove produzioni, assunzioni di giovani, diversa organizzazione del lavoro e ripensamento degli spazi dell’intera fabbrica”.
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