Melfi, gli 85 operai dell’indotto devono scegliere fra tre opzioni, nessuna delle tre prevede per loro la continuità produttiva, solo la miseria della cassa integrazione e tante promesse da marinaio. E se gli operai scegliessero di rovesciare i tavoli? Se continuassero a bloccare tutto per imporre il loro riassorbimento nel “grande gruppo” Stellantis?
Nella giornata di ieri hanno apparecchiato un altro tavolo in una delle stanze della regione Basilicata per convincere i primi 85 operai della logistica che bisogna farsi da parte come vuole Stellantis.
Agli operai sono state poste delle opzioni.
La prima ipotesi, buttata lì e più drammatica, vede un anno di cassa integrazione e poi a casa.
La seconda ipotesi sarebbe quella di accedere al fondo d’integrazione salariale (FIS) per due anni, con la promessa, ma non la certezza, che dopo due anni ci potrebbe essere un possibile reintegro degli operai o una loro ricollocazione.
La terza ipotesi è stata quella che gli operai della logistica dopo aver messo da parte carrelli, tradotte e lavorazioni, passino a guidare i camion. La regione Basilicata in questo caso prenderebbe in considerazione la possibilità di farsi carico delle spese previste per avere la patente che abilita a guidare i camion.
La farsa dei sindacati è andata in porto. Dopo sette giorni di lotta dura ma isolata, che ha bloccato praticamente le attività produttive in tutto il comprensorio di Melfi, la trattativa è stata spostata in Regione, liberando Stellantis, la vera responsabile dei licenziamenti, da ogni obbligo di contrattazione.
Dimostrando che non hanno alcuna intenzione di contrastare i piani di Stellantis, i sindacati hanno fatto sparire dalla discussione la possibilità di continuare a bloccare lo stabilimento centrale al ritorno dalle ferie, coinvolgendo nella lotta gli operai dell’indotto e di Stellantis. Agli 85 esuberi è stato detto che dovranno decidere nei prossimi giorni le opzioni poste sul tavolo. E dovranno decidere in fretta, al ritorno dalle ferie dovranno farsi da parte e il 29 agosto 2022 prima che riparta la produzione in Stellantis è prevista una nuova riunione con un altro tavolo in Regione.
Al tavolo del 29 gli operai dovranno dire quale ipotesi hanno scelto. Sembra che la maggioranza fra loro stia optando per l’accesso al fondo d’integrazione salariale (FIS) per due anni, sperando in una ricollocazione.
A settembre questi operai non dovranno dare più fastidio, Stellantis così potrà ripartire e passare ad altri tagli.
Intanto, nello stabilimento centrale, con gli operai in ferie, si sta facendo spazio per poter portare all’interno dello stabilimento centrale le lavorazioni sottratte agli 85 operai della logistica fatti fuori dalla produzione e, certamente, anche altre lavorazioni dell’indotto. Le aree lasciate libere dallo smantellamento della seconda linea sono quelle utilizzate e di questo dovrebbero rendere conto i sindacalisti che sottoscrissero l’accordo a giugno dell’anno scorso assicurando che non ci sarebbero stati tagli!
È stato un giochetto facile quello di mettere da parte questi operai, un giochetto che potrà facilmente ripetersi con gli altri operai della logistica e dell’indotto ma che investirà anche lo stabilimento centrale, da cui già sono andati via in mille per “esodo agevolato”.
L’unica possibilità che abbiamo per non farci cucinare un gruppetto alla volta, come polli allo spiedo, è quella di organizzarci fra operai senza seguire quelli che per il proprio tornaconto continuano a venderci.
Crocco, operaio di Melfi
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