I benzinai si sono mossi, trattano e congelano lo sciopero. Gli automobilisti “proletari” per ora stanno zitti e pagano gli aumenti dei carburanti, ma le proteste di massa arrivano senza preavviso.
Caro Operai Contro, ai benzinai è bastata la minaccia dello sciopero per far rimangiare alla Meloni certe allusioni sulla “speculazione” tirando in ballo gli stessi benzinai. Premesso che nella società dove domina il profitto, generato sullo sfruttamento degli operai, è la “speculazione” a dettare legge dall’alto e che, oltre ai profitti del mercato “regolare”, “Benzina e diesel di contrabbando arrivano in Italia da Polonia, Bulgaria o Slovenia. Il carburante viene poi smerciato senza pagare le accise attraverso le pompe bianche. Nel triennio 2019-2021 la guardia di Finanza ha sequestrato 19 mila tonnellate di carburante, accertando il consumo di 404 mila tonnellate di prodotti non dichiarati. L’Unem (Unione energie per la Mobilità) calcola che il 10-15% dei carburanti consumati in Italia evada il fisco, con un danno di 4-5 miliardi”. (La Stampa 14 gennaio 2023). Una mega attività di contrabbando istituzionalizzata, alla luce del sole, in “aiuto ai più bisognosi” per dirla con la Meloni.
Il ripristino delle accise- dice la Meloni- serve all’aiuto dei più bisognosi. Ma se così fosse almeno gli extraprofitti dovrebbe sequestrarli tutti, invece qui il governo Meloni non vede “speculazione”, come mai? Anzi, come gettito della tassa su gli extraprofitti, ha preventivato un’entrata di 2,5 miliardi, 8 miliardi in meno di Draghi che ne aveva preventivati 10,5. Rispetto a Draghi lascia 8 miliardi in più ai padroni, anche qui in soccorso ai più bisognosi, vero Meloni?
Per non parlare delle 12 forme di condono, mascherati con altre definizioni, o dell’assurdità della flax tax che penalizza il lavoro dipendente.
Assodato che i prezzi dei carburanti li fissano in base al mercato le compagnie petrolifere, molti benzinai poi ci fanno la cresta alla pompa. Azione talmente “trasparente” che ben 4 mila benzinai non comunicano mai al ministero il prezzo dei carburanti alla pompa. Ma per la Meloni evidentemente questi stanno solo giocando alla caccia al tesoro.
Pur di scongiurare lo sciopero, per ora solo congelato, la Meloni e qualche suo ministro, nell’incontro con le associazioni dei benzinai, hanno promesso di ammorbidire le nuove sanzioni a loro carico, inserite nel nuovo decreto appena varato, per una maggior trasparenza sui prezzi alla pompa.
Dopo un altro incontro al governo fissato per il 17 gennaio, i benzinai valuteranno se gli “ammorbidimenti” ottenuti basteranno per cancellare lo sciopero del 25 e 26 gennaio per ora congelato.
Le tasse statali, regionali ed europee sul prezzo dei carburanti, incidono tra il 60 e il 70% sul loro prezzo alla pompa. Confermando il taglio alle accise di Draghi, la Meloni sarebbe andata nella direzione che ha sempre sbandierato. Come lo spot del 2019 contro Iva e accise riproposto in questi giorni. Come la frase: “Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”, contenuta nel programma elettorale del suo partito (F.d’I.). Dichiarazione rivelatesi demagogica propaganda per prendere voti, e non potevano che ritorcersi contro Meloni stessa e il suo governo.
Negare l’evidenza per lo più cercando di scaricare sui benzinai le responsabilità del caro carburanti, proprio stavolta che i prezzi sono aumentati per decisione del governo Meloni, nel togliere il blocco alle accise messo dal governo Draghi, ha provocato il corto circuito.
Ma la gravità della situazione va ben oltre i benzinai, la cui protesta che la tessa Meloni ha innescato ora conta di far rientrare con qualche concessione.
Rimane il malcontento e la rabbia generale createsi da un feroce carovita, esasperati da un governo che con la legge di Bilancio asseconda e regala altri soldi a padroni, ricchi ed evasori, mentre finora ha risposto picche alla balbettante richiesta del sindacato di soluzioni per colmare il divario tra salari e carovita.
Quest’ultimo rincaro dei carburanti gravando sui trasporti farà salire ancora tutti i prezzi, compresi quelli del carrello della spesa già arrivati al12, 6% a dicembre.
Ora la Meloni spera di placare gli animi con un bonus carburanti di 200 euro per i lavoratori dipendenti vergognosamente a completa discrezionalità del “datore di lavoro”e lo sconto di 60 euro su bus e treni.
Ma questo non basta certo per affrontare la quotidianità del carovita, e certe proteste inaspettate possono arrivare anche senza preavviso.
Saluti Oxervator.
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