I comunicati dei sindacati firmatutto della Stellantis di Melfi non possono passare sotto silenzio, la loro boriosità è insopportabile a fronte alla condizione reale in cui versano 5000 operai grazie al loro collaborazionismo con Stellantis.
Il Comunicato stampa di FIM FISMIC UILM UGL del 15 giugno 2023, in neretto i nostri commenti:
“Siamo costretti ancora una volta a provare a fare un po’ di chiarezza, fermo restando che la verità in tasca non ce l’ha nessuno ma almeno basta con le demagogie”.
Alla fine della lettura più che chiarezza troveremo fumo negli occhi, la verità questi non sanno cosa sia e la loro demagogia consiste nel sostenere che è tutto sotto controllo quando la barca fa acqua da tutte le parti
Il passaggio all’elettrico:
È una cosa che vogliamo noi?
Tutto quello che sta accadendo nel settore dell’automotive, lo vogliamo noi?
La domanda è retorica, non siete voi a volere il passaggio all’elettrico ed allora ci chiediamo noi: perché avete firmato un accordo che lega gli operai ad una scelta aziendale e li costringe a pagarne tutte le conseguenze?
Allora ci permettiamo.
Il 25 giugno 2021, come Organizzazioni Sindacali tutte, abbiamo firmato un accordo che prevede che lo stabilimento di Melfi, a fronte delle norme europee, debba passare completamente alla produzione di quattro vetture elettriche.
In quell’accordo erano previsti strumenti di ammortizzatori sociali, il primo firmato fino ad agosto 2022, il secondo firmato fino ad agosto 2023.
Ecco che vi scoprite, l’accordo prevedeva oltre alla CIGO stipendi e salari ridotti con gli ammortizzatori sociali, libere trasferte e licenziamenti mascherati da forzati incentivi all’esodo.
In quell’accordo firmato da tutti ci sono strumenti voluti dalla norma e non dal sindacato in cui si prevede che per abbassare i numeri dell’utilizzo delle ore di CIGO si possono utilizzare:
1. Trasferte
2. Strumenti di incentivi all’esodo
Allora…come si fa a dire tutto ed il contrario di tutto?
Voi non dite il tutto e il contrario di tutto, ma solo spacciate per pane fresco pietra dura.
Il tema è uno solo, lavorare incessantemente per provare a risolvere i problemi.
La vostra attività nel risolvere i problemi ve la riconosciamo, ne avete risolti tanti per l’azienda.
Sul piano industriale, da mesi, abbiamo messo in campo ogni azione utile affinché si arrivasse finalmente all’incontro del 29 giugno dove, di nuovo tutti, saremo insieme e speriamo con un’unica richiesta, non cancellare la norma europea perché non sta a noi cancellarla ma cercare di aumentare quelle quattro vetture completamente elettriche affinché si possano alzare i volumi dello stabilimento.
Il 29 andrete ancora a strisciare ai piedi della direzione: una vettura in più per favore. Avete trasformato il ruolo del sindacato in un ufficio aziendale per le opportunità di mercato. Un sindacato operaio avrebbe costruito uno sbarramento per difendere i salari, le condizioni di lavoro, contro i licenziamenti, uno scudo contro gli effetti che qualunque riorganizzazione produttiva fatta sulla base del profitto degli azionisti scarica sulla pelle degli operai.
Sulle trasferte abbiamo detto in modo chiaro, non in modo demagogico, che non siamo d’accordo perché è chiaro che nessuno è d’accordo ma abbiamo istituito un tavolo di confronto, dove anche lì siamo seduti tutti, per eliminare dall’elenco delle trasferte tutte le persone con problematiche certificate, ma, ad oggi, purtroppo, ciò non ha sortito gli effetti sperati e abbiamo chiesto all’azienda di bloccare ogni forma di trasferta in modo unilaterale.
Sulle trasferte l’azienda vi ha preso la mano e ora cercate di correre ai ripari perché gli operai sono sull’orlo di una ribellione di massa. La vostra soluzione è ancora genuflettersi, chiedere per favore all’azienda di non fare cose unilaterali.
In più, anche nella categoria degli impiegati bisogna intervenire in modo serio, perché non è possibile che ad oggi tanti impiegati lavorino un solo giorno a settimana.
Questo è il ruolo vero del sindacato, lavorare, non urlare.
Voi sapete proprio bene cosa vuol dire fuggire dal lavoro, avete fatto di tutto per sganciarvi dalle linee. Voi non urlate per non disturbare il cravattino dirigente che avete di fronte.
Anche perché se volessimo dire tutto anche sulla sicurezza, che non ha vincolo contrattuale, la maggioranza degli RLS è di costoro.
Pertanto oggi il ruolo del sindacato deve essere esercitato fino in fondo.
Con qualche errore?
Solo chi fa sbaglia, chi non fa evidentemente non può sbagliare.
Il sindacato che fa gli interessi dell’azienda e non quelli operai sbaglia sempre e prima o poi ne dovrà rendere conto anche ai suoi iscritti.
In conclusione, la politica tutta ha voluto questo passaggio all’elettrico ed in più ha inserito un’ulteriore norma che al 31 dicembre 2025 in Europa non si potranno più produrre i motori euro6.
Le abbiamo provate tutte, oggi la politica che ha combinato questo disastro trovi le giuste soluzioni partendo da aiuti veri alle industrie specialmente dell’indotto e soprattutto strumenti veri che aiutino la fuoriuscita dei lavoratori.
Da qui in poi il solito minestrone, la politica, la Regione, il governo, i tavoli nazionali e i tavolini locali, le commesse… ma guarda caso nemmeno una parola sui bassi salari da aumentare, i ritmi da ridurre, le condizioni ambientali da rendere sopportabili.
Inoltre la Regione Basilicata da mesi sta facendo delle interlocuzioni con il gruppo Stellantis, che tutti sappiamo che vanno nella direzione di aiuti dal punto di vista energetico, ma il vero scambio deve essere uno solo: aumentare la capacità produttiva dello stabilimento di Melfi allocando nuovi modelli, come da noi richiesto, oltre alle quattro vetture già definite bisogna annunciare il quinto modello che abbia volumi importanti; ma soprattutto garantire le future commesse all’indotto di Melfi senza dimenticare che i lavoratori della Logistica devono poter concorrere, insieme alle loro aziende, alle future commesse perché, ad oggi, al netto della demagogia di sorta, vorremmo ribadire che anche noi non siamo d’accordo col passaggio all’elettrico ma ormai è un processo irreversibile.
Pertanto, ognuno si assuma le proprie responsabilità e soprattutto lavori in modo serio per salvaguardare Melfi ed i suoi lavoratori”.
Mentite spudoratamente, concludendo avreste dovuto scrivere “ci assumiamo la responsabilità e lavoriamo in modo serio per salvaguardare i dividendi degli azionisti e i buoni stipendi dei dirigenti di Melfi” sempre sperando che anche per voi ci sia qualche riconoscimento.
Giovanni Fortunato Esposito, detto Coppa, operaio Stellantis Melfi
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