La rivolta dei giovani delle periferie francesi è un messaggio chiaro ai ricchi.
Contro la “riforma”, che avete deciso per liberarci più tardi dalla schiavitù del lavoro a salario per arricchirvi, abbiamo marciato pacificamente; abbiamo creduto che con gli strumenti della vostra democrazia, della nostra maggioranza rispetto alla vostra minoranza, del vostro “imparziale” Parlamento, attraverso le vostre Istituzioni, avremmo bloccato il peggioramento delle nostre vite.
Non abbiamo ottenuto nulla. Solo lacrimogeni, bastonate e carcere.
I giovani, poveri, sottopagati e precari delle banlieue, hanno capito la lezione. Basta con le mistificazioni delle “istituzioni democratiche”. Una nuova tappa fondamentale nella lotta dei poveri moderni è segnata. Da oggi la strada è cambiata. Gli incendi e la devastazione del mondo dei ricchi ne illuminano una nuova. Gli assalti alle gendarmerie, ai municipi, alle case dei sindaci e non più solo contro auto e supermercati, fan capire che il fronte avverso è stato individuato e ci si sta preparando a fronteggiarne la violenza, con mezzi adeguati.
Governo, politici, sociologi e giornalisti li descrivono come delinquenti, contro cui si deve agire con la mano pesante. Per fermarli si vuole colpire anche i loro genitori, una vendetta trasversale di tipo mafioso, in cui si scopre incredibilmente un odio ancestrale verso le prime immigrazioni dalle colonie e che non potrà che richiamare altro odio di risposta.
Noi operai non possiamo che guardare con simpatia ai giovani rivoltosi “di colore” delle periferie francesi.
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