LA TELENOVELA A PUNTATE DELLA MELONI

Altro che “capo politico” come le riconoscono sostenitori ed avversari, è solo un’attrice da avanspettacolo che spinge alla miseria operai e lavoratori poveri e cerca di convincerli che lo fa nel loro interesse.
Condividi:

Altro che “capo politico” come le riconoscono sostenitori ed avversari, è solo un’attrice da avanspettacolo che spinge alla miseria operai e lavoratori poveri e cerca di convincerli che lo fa nel loro interesse.

Caro Operai Contro, mentre asseconda il suo elettorato con sorprendenti regali quali condoni fiscali a raffica, flat tax al 15% per i lavoratori autonomi con imponibile fino 85 mila euro, il governo Meloni prosegue la politica di lacrime e sangue per gli strati sociali più bassi, come più volte qui denunciato.
Giorgia Meloni in persona, racconta a suo modo la politica del governo che presiede, in una telenovela dal titolo: “Appunti di Giorgia”, il format col quale interviene sui social.
Con questi video la Meloni pretende di “imbonire” il “popolino”, maltrattato dalle misure del suo governo. Video ripresi dalle tivù private e dalla Rai. Il Comitato di redazione di Rai News 24 ha ufficialmente protestato con il padrone Rai per aver mandato in onda 27 minuti di fila il format della Meloni, senza alcuna intermediazione giornalistica. Anche perché “non si trattava di una diretta, ma di un intervento registrato e premontato”.
La Meloni nella sua telenovela a puntate senza contraddittorio, tace, oppure racconta in modo tale da giustificare la politica del governo. Alcuni esempi.
Forza lavoro più ricattabile
Falliti i blocchi navali e i porti chiusi sbandierati in campagna elettorale, falliti gli accordi solenni con Libia e Tunisia e quelli più defilati con altri paesi per fermare i migranti, accordi che hanno fatto salire a 2.100 gli annegamenti da inizio anno, sulla rotta del mediterraneo centrale grazie anche al decreto Cutro, ora la Meloni segue il miraggio dei rimpatri, un altro fallimento annunciato. Anche i “ricollocamenti” in Europa dopo le passerelle della Meloni con i governi e la stessa UE, segnano un nulla di fatto. Nel fallimento totale della Meloni sui migranti, sono i padroni grandi e piccoli a fregarsi le mani, per il crescente numero di arrivi. Una forza lavoro appositamente non regolarizzata e più ricattabile, suo malgrado in concorrenza con quella autoctona, nell’insieme diventa tutta più ricattabile.
Braccianti muoiono di fatica
I dati spaventosi dei morti sul lavoro ignorati dalla Meloni. Tra questi i braccianti che muoiono di fatica nei campi. Famakan Dembele originario del Mali, il 7 agosto, in località Torretta Antonacci nel foggiano, è morto dopo una giornata a raccogliere pomodori e come lui almeno altri 5 quest’estate sono morti di fatica nei campi. Mentre si contano a migliaia le braccianti e i braccianti avvelenati dal glifosato, che muoiono anche dopo anni aver inalato la sostanza. Solo una piccola parte di loro risulta dalle malattie professionali dell’Inail.
Carceri
In poche ore 3 persone detenute muoiono nelle carceri che dovrebbero per legge essere “riabilitative” per il reinserimento sociale. Sono invece tortura quotidiana per chi ci sopravvive, e condanna a morte per chi non ce la fa più e si toglie la vita. Così è stato per un quarantaquattrenne nel carcere di Rossano Calabro, così è stato per Azzurra Campari 28 anni nel carcere di Torino. Il terzo omicidio di Stato in poche ore riguarda Susan John nigeriana di 43 anni, ha rifiutato cibo, acqua e cure, il giorno dopo essere entrata nel carcere Torino, chiedeva di vedere il figlio, ma poiché – sostiene Nordio ministro della Giustizia – non si trattava di sciopero della fame – allora giorno dopo giorno l’hanno lasciata lentamente morire. In Italia i suicidi in carcere sono già 45 da inizio anno, in piena sintonia con gli oltre 80 del 2022.
Nordio è arrivato nel carcere di Torino il giorno dopo, promettendo di aumentare le carceri perché sono sovraffollate.
Questo dice quanto il ministro della Giustizia sia lontano da quella parte di mondo, che vuole superare le condizioni sociali che costringono i poveri cristi a delinquere.
Tassa barzelletta sulle banche
Trovandosi in difficoltà per coprire il mancato gettito dei condoni fiscali, (non come dice Salvini, per aiutare a pagare i mutui, raddoppiati col rialzo dei tassi d’interesse) in vista della finanziaria 2024, il governo all’improvviso ha sguainato nientemeno che la tassa sugli extraprofitti delle banche. Per colpire dice Meloni “gli ingiusti guadagni delle banche”. È finita in una barzelletta. Dopo le reazioni a bacchettate delle banche, la Meloni ha dovuto più volte ridurre il prelievo, al punto che ora è considerato irrilevante.
Salario minimo
Continua a ripetere che il salario minimo legale potrebbe portare ad un abbassamento di tutti i salari. Ma se una legge stabilisce che nessun salario può essere inferiore a tot euro l’ora, quelli che sono già sopra questa soglia ci rimangono. I salari che invece sono sotto, dovranno essere aumentati a non meno della soglia stabilita. Dove sta il problema? Forse che la Meloni vuole tenersi buoni i voti dei tagliaborse che pagano salari a 3 euro l’ora o poco più?
E forse questo spiegherebbe perché nel 2019 alla Camera dei deputati Giorgia Meloni presentava per Fratelli d’Italia la proposta di legge per un salario minimo, (ma proprio minimo pur non indicandone la soglia). In quella proposta Meloni sosteneva il salario minimo come: “Soglia nazionale necessaria contro sfruttamento e lavoro sottopagato, falso che avrebbe effetti negativi sulla contrattazione collettiva”. Tutto il contrario di ciò che dice oggi. Ma le attrici di avanspettacolo sono capaci di recitare qualunque soggetto.
Saluti Oxervator.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.