Il capo del Cnel dopo aver bocciato il Salario Minimo Legale ora avrà uno stipendio che può arrivare fino a 240mila euro l’anno, oltre la pensione d’oro. E’ il regalo del governo per il servizio svolto.
Caro Operai Contro, “Se mettiamo insieme il salario minimo, che uccide la contrattazione, con il Reddito di cittadinanza, noi abbiamo distrutto il mercato del lavoro”.
Così, sentenziando sproloqui si esprimeva Renato Brunetta nel giugno 2022, ministro per la Pubblica amministrazione del governo Draghi, ruolo che aveva già ricoperto con il quarto governo Berlusconi (2008-2011).
Una frase totalmente gratuita, usata per dichiarare guerra al salario minimo legale e al Reddito di cittadinanza, prima ancora che s’insediasse il governo Meloni.
Nei paesi europei dove c’è il salario minimo legale e sussidio ai poveri, non risulta affatto “distrutto il mercato del lavoro” e gli operai hanno salari ben più alti che in Italia.
La dichiarazione di Brunetta ha aumentato le sue credenziali agli occhi della Meloni che l’anno scorso, in cerca di un surrettizio paravento per bocciare il “salario minimo legale”, affidò a Brunetta il compito di esprimere un “parere”, attraverso il Cnel, del quale – guarda la coincidenza – viene nominato proprio lui presidente, dal Consiglio dei ministri, su proposta della stessa Meloni e il plauso di Luigi Sbarra, segretario della Cisl, noto osteggiatore del salario minimo legale.
Essendo in pensione come professore universitario, Brunetta non poteva essere pagato per il nuovo incarico, ma grazie al suo “parere” sul salario minimo legale, (parere che il governo ha fatto proprio come una lapidaria sentenza) ora la Meloni ha pensato di ricompensarlo. Come?
Inserendo un comma nel decreto Pnrr (come primo passo) perché a Brunetta e altri prodi consiglieri del Cnel, vengano riconosciuti i requisiti per incassare uno stipendio, che potrebbe arrivare fino a 240 mila euro l’anno, e poterlo cumulare con la pensione, in aperta trasgressione della legge attuale che lo vieta.
Perché la “porcata Brunetta” possa prendere corpo, il governo inserirà il Cnel nella cabina di regia del Pnrr con nuove assunzioni: 3 dirigenti, 8 funzionari, 7 assistenti. Il tutto al costo di 340,2 milioni di euro fra quest’anno e il 2025. Questo per gratificare non solo Brunetta, ed evitare che i soliti in malafede, pensino che il governo abbia fatto una legge solo per lui.
Non hanno trovato i soldi per aumentare le pensioni minime a mille euro al mese, come aveva promesso l’attuale vicepresidente del Consiglio Tajani, durante la campagna elettorale, era solo uno slogan per carpire voti. Hanno abolito il Reddito di cittadinanza, sostituendolo con l’Assegno di inclusione riducendo sia la platea dei beneficiari che il livello del contributo. Il salario minimo legale l’hanno sprezzantemente bocciato, e trovano i soldi per strapagare chi già prende una pensione. Hanno preso in giro le famiglie col risparmio del “carrello tricolore” al supermercato, ma contro il carovita è solo miserevole propaganda.
Mentre i salari reali in Italia rimangono fanalino di coda nei paesi Ocse, la povertà assoluta segna un altro record: 5 milioni e 752 mila poveri non raggiungono un paniere minimo di beni essenziali. Un altro record di cui gli esponenti del governo tacciono è la povertà di quanti hanno un’occupazione che passa dal 7,7% del 2022 all’8,2% del 2023, sono 1,1 milioni di famiglie con un occupato, pari a oltre 3,3 milioni di persone.
Il governo Meloni prepara tutti i passaggi per cumulare al 100% il maxistipendio con la pensione, come ricompensa ai suoi collaboratori “meritevoli”. Gli stessi che con la Meloni hanno bocciato il salario minimo legale, perché 9 euro lordi l’ora sono troppi, roba da nababbi, non come loro che si accontentano di un banale cumulo: maxistipendio più pensione.
Saluti Oxervator.
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