MORIRE DI LAVORO PER UN RADIOSO FUTURO (DEI PADRONI E LORO LACCHE’)

Solo la mobilitazione collettiva nei luoghi di lavoro e nelle strade può rompere l’egoismo dei padroni e del governo che li rappresenta.
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Solo la mobilitazione collettiva nei luoghi di lavoro e nelle strade può rompere l’egoismo dei padroni e del governo che li rappresenta.

Caro Operai Contro, nei primi 6 mesi del 2024, i morti sul lavoro sono aumentati del 16,5 per cento, rispetto lo stesso periodo dell’anno scorso. Sono 739 di cui 523 sui luoghi di lavoro e 216 in itinere. Una media di oltre 4 morti ogni giorno. (Fonte: Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro).
Nonostante l’impressionante impennata, la ministra del Lavoro Calderone afferma: “oggi siamo ai livelli più bassi di sempre, soprattutto se rapportati al numero di occupati che abbiamo”.
Parole al vento, non supportate da dati e numeri reali; pericolose anche perché introducono il criterio che, se aumentano gli occupati, sarebbe “scontato” che aumentino anche le morti sul lavoro.
Un governo che tenta di giustificarsi ogni volta che la rabbia operaia, le proteste e l’indignazione di vasti strati sociali – per i quotidiani omicidi per il profitto – superano il limite evidentemente ritenuto “accettabile” dal governo stesso.
A ripetere dei 1.600 nuovi ispettori del lavoro, stavolta è toccato a Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare (?) e delle Foreste (solo con il calar del sole, smisero di inventare cariche e affidargliene).
Dicevamo dei 1.600 nuovi ispettori, un numero che il governo Meloni ripete da quando si è installato, ma che però ad oggi ne risultano assunti solo 800.
Proclama la Meloni: “Nell’Italia del futuro non c’è spazio per lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura”.
Ma quale futuro?
Intanto non fa niente per il presente, né in agricoltura né negli altri settori.
Per i migranti – come primo passo – non intende abolire la “Bossi Fini”, chiave di volta cui devono sottostare e non solo in agricoltura. All’80 per cento degli immigrati che lavorano in Italia, non viene riconosciuto il permesso di soggiorno: arrivano e vivono da fantasmi, per poter lavorare in carne e ossa, sfruttati e bistrattati dopo che le stesse leggi italiane li bollano come clandestini.
Il governo Meloni non è ancora riuscito a investire 200 milioni lasciati dal governo Draghi per avviare il superamento degli insediamenti precari nei campi.
Fondi che Draghi aveva già ripartito d’accordo con 37 Comuni in Italia e 11 Regioni. Una seduta in tal senso è fallita anche il 4 luglio, quando Lollobrigida si è riunito con la Calderone, con Giorgetti ministro di Economia e finanza, e con R. Fitto, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione, il Sud, il Pnrr (anche per lui, solo il calar della notte impedì che inventassero e gli affidassero altre cariche).
Sempre in questi giorni c’è la novità che il governo sta mettendo a punto un provvedimento per diminuire i controlli in quelle aziende se, durante i sopraluoghi degli ispettori, non vengano riscontrati lavoratori in nero.
Insomma ancora meno controlli per la sicurezza sul lavoro, nonostante il rapporto tra numeri degli ispettori e aziende da controllare, dica che un azienda può essere controllata ogni 16 anni.
Solo la mobilitazione collettiva nei luoghi di lavoro e nelle strade può rompere l’egoismo dei padroni e del governo che li rappresenta, assecondandoli con il suo operato.
Mentre alle crescenti morti sul lavoro e allo sfruttamento operaio, risponde con la promessa che “Nell’Italia del futuro non c’è spazio per lo sfruttamento dei lavoratori”. Nel presente invece sì, come dimostra la realtà non occultabile dalle chiacchiere dei governanti.
Saluti Oxervator.

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